Lunedì scorso il Consiglio di Stato ha sentenziato che la valutazione di impatto ambientale sul gasdotto TAP è stata fatta correttamente. La notizia è stata accolta con la consueta alzata di spalle da attivisti no-TAP e governatore Emiliano, e immagino che si ricomincerà la Grande Lotta Popolare per evitare l’espianto dei 231 (duecentotrentuno) ulivi secolari sul percorso del gasdotto.
Anche ammesso che gli ulivi non potranno essere ripiantati (in loco o altrove), mi pare di ricordare che quelli infestati dalla xylella siano molti, molti di più: aggià, ma quelli infatti non sono stati tolti, perché basterà eliminare le scie chimiche e risorgeranno più belli che pria. La mia impressione è però che la diatriba non sia tanto ambientalista quanto politica, esattamente come per il referendum dello scorso anno voluto dalle regioni per forzare la mano contro lo stato.
Ultimo aggiornamento: 2017-03-31 12:11
Sono assolutamente favorevole all’opera, per quanto sia decisamente doloroso mandare al macero tanti ulivi (siamo sicuri che ci siano chances di sopravvivenza a ripiantarli?).
P.S.: Il secondo “Stato” l’hai scritto minuscolo solo per distrazione o usi il maiuscolo solo quando si tratta di un ente?
P.P.S.: Hai visto l’altra sentenza del Consiglio di Stato del 27 marzo u.s. che ha ribadito la legittimità delle benedizioni (di un sacerdote cattolico) nelle scuole, se impartite fuori orario scolastico (questo sì è talvolta un abuso: farle durante la ricreazione…) e facoltative (come sono sempre state)?
Ti posso dire per esperienza personale diretta che gli ulivi li puoi ripiantare dove ti pare e sopravvivono, basta saperlo fare. Io ne ho tre in giardino che hanno 400 anni e arrivano da 500 km da casa mia.
Caro gnugni ma non eri interessato solo ai messaggi coi giochini matematici?
Dall’astio con cui sbeffeggi il Consiglio di Stato sembreresti essere stato colpito nel profondo. Non sarà che il vero integralista sei tu?
Riflettici sopra.
Ci fu chi si schierò contro il televisore a colori, questo è il Paese del NoQualunqueCosa con troppa gente che può permettersi di fare altro che lavorare per vivere. Tipo passare mesi in Val di Susa, eccetera.