Peter Seewald è stato l’interlocutore preferito da Joseph Ratzinger, e quindi non è poi così strano che abbia potuto intervistare il papa emerito anche in questi ultimi anni, dopo che ha lasciato il ministero petrino. Questo libro (Benedetto XVI, Ultime conversazioni [Letzte Gespräche], Garzanti 2016, pag. 235, € 12,90, ISBN 9788811688242, trad. Chicca Galli) parte con il racconto della sua rinuncia al papato, per proseguire nella buona traduzione di Chicca Galli come una sorta di biografia. Ci sono parti più noiose almeno per me, come quelle dell’infanzia, parti che probabilmente avrebbero richiesto un respiro un po’ più ampio, come quelle sugli anni in cui è stato arcivescovo; ma in generale sono un interessante spaccato di una persona che i media hanno raffigurato in un certo modo negativo, ma ha una sua profondità ben lontana dai titoloni. Leggendo il testo, si comprende anche come mai il “teologo progressista” del Vaticano II è diventato il “cane da guardia retrivo” da capo del Sant’Uffizio e papa; in realtà la sua linea è sempre stata fondamentalmente la stessa, ed è l’apparenza che inganna. Una curiosità: le edizioni nelle altre lingue hanno in copertina il papa visto di fronte, mentre in quella italiana è raffigurato di schiena, ammesso che sia lui. Chissà come mai…
Ultimo aggiornamento: 2017-02-11 22:05