Con un’insolita rapidità (e riuscendo a entrare in un UCIcinema dopo i titoli di testa…) abbiamo visto Il GGG, uno dei rari esempi in cui la traduzione italiana di Big Friendly Giant è riuscita meglio dell’originale.
Avevo già letto il libro, la storia la conoscevo: posso dire che Spielberg l’ha seguita perfettamente all’inizio e alla fine, mentre la parte centrale è servita più che altro a mettere un po’ di effetti speciali in più e togliere un po’ del noir che Roald Dahl piazzava sempre. Non aspettatevi troppe strizzate d’occhio agli adulti, come ormai è d’uso nei film per bambini: in questo caso il target sono chiaramente i più piccoli, ma tutti si divertiranno comunque di gusto.
Ultimo aggiornamento: 2017-01-11 21:41
Forse il titolo dovrebbe essere _il GGG_ (film)?
sì. Si vede che scrivo senza pensare (almeno i titoli)
Non ho letto il libro ma ho visto sabato scorso il film. In che senso dici che la traduzione e’ riuscita meglio? Immagino che anche in inglese siano stati presenti diversi nuovi neologismi, e forse piu’ che in italiano…
la traduzione del titolo (o se preferisci dell’appellativo), da BFG a GGG. A me le allitterazioni piacciono.
Per quanto riguarda i neologismi, o meglio i malapropismi, ho letto il libro in italiano quindi non posso valutare se sono venuti meglio o peggio che nell’originale. Posso solo dire che la traduzione di Donatella Ziliotto (a parte quando mi ha scritto “il ratto” nel titolo di un capitolo, e sono dovuto arrivare fino in fondo per capire che era un rapimento e non un muride) è ottima.
Negli altri casi direi che i titoli non vengono tradotti ma riscritti :-). In questo senso non capivo bene traduzione (del titolo).
Per ratto (delle Sabine) penso che anche nella versione inglese sia stato utilizzato il vocabolo desueto, e che la traduttrice abbia riportato pari pari in italiano. Scelta stilistica, insomma.
Chapter 3: The Snatch, che non è comunque né rapimento né ratto. “Agguantata” sarebbe andato benissimo.
Oddio, agguantata a me non piace, ma grazie cmq per l’info.