Ieri pomeriggio Jacopo stava guardando i cartoni animati su RAI Gulp, e a un certo punto mi chiede “come mai c’è quel fiocco?” Guardo la tv, vedo un fiocco nero, faccio un po’ di mente locale e mi ricordo che il giornale diceva che era giornata di lutto nazionale per il terremoto. Gli faccio una spiegazione semplificata di cui non so cos’abbia colto – i cartoni erano più interessanti – e la cosa è finita lì.
Ho scoperto solo dopo che, a parte il fiocco nero in sovrimpressione, la RAI ha scelto di non trasmettere pubblicità per tutta la giornata, il che mi pare un segno importante. Però forse un sottopancia sarebbe stato utile per spiegare meglio la cosa anche ai bambini…
Perché le pare un segno importante? E di cosa?
Un segno che hanno preso il lutto nazionale sul serio e deciso di perdere dei soldi per dimostrarlo. Io non è che comprenda molto il concetto di lutto nazionale, ma almeno apprezzo che si sia fatta una scelta non solo ipocrita.
(aneddoto: quand’ero bimbo io c’era un giorno senza pubblicità. Il Venerdì Santo)
Ripiglio l’occasione (a volte ritornano, con tipo 3 settimane di ritardo sul pezzo, neanche troppo) per una puntualizzazione: Venerdì Santo e.anche 2 Novembre (commemorazione dei defunti), quindi due giorni completi ogni anno, più eventuali giorni di lutto nazionale. Credo che l’astensione dalla reclame sia durata fino agli anni ’70, nel senso che sicuramente negli anni ’70 la pubblicità procedeva già per la sua strada, ma non ricordo quando ci sia stata l’ultima assenza programmata, né per la verità ricordo un giorno di lutto nazionale senza pubblicità, forse ero piccolo per capire il concetto di lutto nazionale (senza fiocchino, oltretutto, la sovrimpressione grafica di quel genere non c’era), e magari più avanti con l’età trascorrevo meno tempo guardando programmi alla tv, o forse nel frattempo c’erano altri canali, prima esteri e poi privati, che avevano un diverso concetto di rispetto del lutto.
Ricordavo un secondo giorno, ma non quale. Pensavo al mercoledì delle Ceneri, ma non ne ero sicuro così ho lasciato stare. Fino a quando sia stato non lo so: avrei detto primi anni ’70 ma sarebbe anche potuto essere fine anni’ 60, data la mia non più verde età.