È già un bel po’ che Trenitalia ha smesso di produrre i biglietti chilometrici, che erano comodissimi per chi usava ogni tanto i treni regionali e poteva acquistarli prima. Adesso sta completando la sua iniziativa per rompere le palle a chi non prende spesso il treno.
Dal primo agosto, come potete vedere in mezzo ai disegnini da libro delle elementari, il biglietto acquistato non avrà più una validità di 60 giorni entro il quale dovrà essere usato, ma dovrà indicare il giorno di partenza, anche se poi ovviamente deve essere convalidato. Che “le modifiche non riguardano al momento i biglietti acquistati on line o tramite app Trenitalia” immagino sia l’idea di barzelletta dell’ufficio relazioni esterne di Trenitalia, visto che è una vita che i biglietti online valgono per il giorno in cui sono stati chiesti. Aggiungiamo poi che puoi sì cambiare gratuitamente la data di viaggio fino al giorno prima (ma lo puoi fare una sola volta, come detto nel file senza disegnini), ma devi comunque andare in stazione… oppure vai in tabaccheria e paghi il pizzo.
Perché tutto questo? La mia impressione è che visto che i controllori passano sempre meno spesso stavano iniziando ad aumentare i furbetti del biglietto, che in questo modo verranno penalizzati (o saliranno direttamente senza biglietto). Io sono un po’ stupido ma non riesco a vedere altri motivi logici. Voi avete qualche idea?
Non credo sia questione di pochi controlli… Personalmente percorro regolarmente una tratta di 150 km ed è raro che non incontri il controllore.
Più che altro trovo queste manovre un modo per favorire i biglietti digitali su cui sicuramente avranno meno costi.
e fare uno sconto a chi fa il biglietto digitale no?
No, però se ti registri sul sito ti spediscono a casa (che generosi!) la Carta Frecce, una carta di debito con condizioni particolarmente sfavorevoli a quella normalissima fornitami dalla mia banca.
ce l’ho (non ho controllato le condizioni perché tutte quelle carte sono delle sòle)
Tra l’altro, l’acquisto tramite la “comoda” app, è progettato per sconfiggere qualunque utilità pratica sul nascere, visto che il biglietto si può acquistare solo fino ad un tempo imprecisato (un’ora credo) prima della partenza — mentre al self service, è invece possibile acquistarlo “fino all’ultimo minuto”.
in Olanda ho visto un servizio davvero integrato per i trasporti (treni, filobus,tram…). L’intero territoprio è diviso in quadrati. Per compiere qualsiasi tratta, con qualsiasi mezzo, si contano i quadrati coinvolti nel tragitto. E ogni mezzo ha macchinette obliteratrici che “consumano” un corrispondente numero di unità da un biglietto multiplo. semplice chiaro efficace
Si, secondo me è questione di controlli…Dalle mie parti sono molte le persone che non fanno il biglietto, che ne stampano di fasulli o che sporcano di burro di cacao il lato della convalida per riciclare lo stesso biglietto.
Io percorro sovente 30 km per Torino e spendo € 79,50 di mensile che faccio caricare sulla mia tessera universitaria. L’anno scorso avevo scoperto che i controllori non potevano distinguere un abbonamento attivo da uno scaduto su queste nuove carte e, senza troppi dubbi, ho viaggiato gratis due mesi prima di ricevere una multa di 50€.
Tornassi indietro lo farei di nuovo perché in questi anni cambia solo il prezzo del biglietto (che ovviamente aumenta) mentre i treni sono sporchi, arrivano in ritardo e sovente non arrivano proprio a causa degli scioperi. Inoltre molti controllori sono arroganti e vergognosi, disporti a fare il regolare biglietto sul treno alle ragazze mentre i ragazzi si prendono sempre la maggiorazione…
Come non condividere. Per non parlare dei terminali che (almeno, dalle mie parti, non so se ovunque sia così) non consentono di acquistare gli abbonamenti se non durante il mese di validità. Per cui il primo del mese alle sei del mattino si vede la coda dei pendolari bestemmianti davanti alla macchina automatica (per qualche motivo non precisato, spesso e volentieri lo sportello non apre). Io quando posso lo compro in anticipo (anche di domenica se serve), ma chi viaggia il primo del mese è fregato e se non arriva in stazione mezz’ora prima rischia pure di perdere il treno.
Le macchine poi sono progettate contro ogni regola di HCI, visto che l’unica cosa che si sente oltre alle bestemmie dei pendolari sono gli inutili messaggi registrati del distributore di biglietti, che bloccano la procedura fino al termine della riproduzione e fanno perdere metà del tempo (dicono che devo stare attento ai borseggiatori, da solo non ci sarei mai arrivato). Senza contare il fatto che bisogna inserire i dati personali tramite la tastiera touch del terminale, che oltre ad essere un privacy hazard non banale fa perdere l’altra metà del tempo, visto che una volta stampate data e tratta i “furbetti” sono già fregati, e il resto si fa molto prima a scriverlo a penna come ai vecchi tempi.