Come probabilmente sapete, da qualche mese il Corriere della Sera ha messo un paywall: dopo venti articoli visualizzati, bisogna pagare. A me non capita molto spesso di guardarlo, e sono rimasto abbastanza stupito da vedermi stamattina il messaggio “hai superato il numero massimo di articoli del mese”. Per curiosità ho provato ad aprire il link con Internet Explorer, che come potete immaginare non uso mai (e perché ce l’ho, allora? Semplice: nell’intranet aziendale funziona solo quello) e ho avuto lo stesso quell’avviso. La deduzione logica che posso fare è che al Corsera hanno cambiato la gestione del paywall, che inizialmente era legata al browser: ora controllano evidentemente l’IP di arrivo, che condivido con non so quante migliaia di persone.
(Non che la cosa mi importi più di tanto, continuerò a non leggere il Corriere online)
Ultimo aggiornamento: 2016-04-29 10:39
Io lo aprivo con un tab in icognito e il conteggio ripartiva da zero.
Se l’hanno spostato sull’IP direi che non lo leggerò più. Peccato che il proxy aziendale blocchi Repubblica.it così mi tocca leggere le news altrove.
Pagare no?
se leggessi regolarmente il Corsera pagherei, esattamente come sono abbonato a Radio Popolare che ascolto regolarmente. Così com’è credo di poter tranquillamente farne a meno.
Qui a casa ho provato e basta una passata di ccleaner e si torna a guardare il corsera alla grande. Quindi no, non guardano l’ip. Forse usano qualche cookies più persistente e io ho abbondato nelle cose che cancella ccleaner e quindi leggo quanto voglio.
Ma a parte il desiderio di hacking, devo dire che da quando so che il corsera è a pagamento non lo visito più. Le notizie che sono lì le trovo altrove. Non mi dà un taglio diverso delle notizie, né approfondimenti particolarmente interessanti e informati. Quindi, come zeusnews che non vuole che io abbia adblock plus attivo, questi siti hanno perso un lettore che occasionalmente faceva loro pubblicità con qualche link di segnalazione sul blog.
Tanti auguri al corsera e zeusnews.
Gli approfondimenti non sono quasi mai nelle edizioni online. Per cui tanto vale andare in ansa.it