Nella nostra mensa le bottigliette di acqua minerale cambiano spesso marca. In questi giorni ci è arrivata l’acqua Lilia, e ho scoperto – ricordavo pubblicità televisive di questa marca, ma senza che venisse specificata la sorgente – che è prodotta in provincia di Potenza. Ho dato un’occhiata alla composizione chimica dell’acqua e non ho trovato nulla di particolare: residuo fisso 341 mg/l, molti bicarbonati (254 mg/l), un po’ di calcio (32,4 mg/l) e di potassio (26,5 mg/l). Non è insomma un’acqua del centro Italia come Ferrarelle e Uliveto che può o no piacere ma ha comunque una certa “personalità”, se mi passa il termine, ma un’acqua oligominerale come tante altre prodotte dalle varie sorgenti alpine.
Insomma, perché mai queste bottigliette devono farsi più di mille chilometri per arrivare a Milano, con tutte le acque oligominerali della zona? (Naturalmente vale anche il viceversa, e non capirei perché in Basilicata debbano arrivare bottigliette d’acqua alpina: ma non ho idea di che acqua sia disponibile nelle regioni meridionali. Se qualcuno fosse così gentile da segnalarmelo, lo ringrazio). Non sono un fanatico del Km0 che a volte mi pare solo una fregatura, ma ci sono dei limiti, e non semplicemente chilometrici!
Ultimo aggiornamento: 2016-01-11 17:01
La marca che fa l’offerta migliore ottiene l’appalto. Tutto qui.
E nessuno tiene conto dei costi pagati non dall’acquirente ma dalla comunità.
Nella nostra mensa hanno abbandonato le bottigliette da mezzolitro a favore di un erogatore unico con acqua (liscia a temperatura naturale o gassata/liscia refrigerate), cola, aranciata e aranciata rossa (anch’esse ovviamente refrigerate) da tre anni. Per non doversi alzare a metà pasto quasi tutti prendono due bicchieri di plastica anziché uno.
Da parte mia posso dire che almeno a casa sono “costretto” a bere acque oligominerali (o meglio povere di alcuni elementi), e che non controllo per mero vezzo o per vanità. Nel mio caso il non rispettare il km0 è una necessità.
{Occhio che se qualche grillino passa per questi lidi ti ricorda/rinfaccia lo spettacolo di diversi anni fa in cui Grillo sbraitava contro “l’assurda” pretesa di bere acque del bellunese se si è di Sciacca, e quindi a favore del km0, sostenendo tra l’altro che le autostrade diventerebbero oasi felici se non ci fossero tutti quei TIR a trasportare polietilene tereftalato con acque oligominerali o veri e propri sampietrini (come la succitata Ferrarelle) dentro…}.
Lilia è diventata l’acqua per eccellenza delle catene di ristorazione (autogrill, FS, ecc.) per un semplice motivo: è l’acqua in Italia di The Coca Cola Company. Quindi per l’azienda di ristorazione/bar ha il vantaggio di essere fornitore unico per bibite e acqua, ma questo non c’è bisogno di dirlo.
CAMST invece per esempio ha adottato la strategia dell’acqua del sindaco: mette nelle mense gli erogatori self service a refill infinito.
@pbm: non lo sapevo (non ho controllato così bene l’etichetta, evidentemente…)
A Torino la CAMLC aveva gli erogatori self service (e i bicchieri di vetro…) che sono rimasti: qui a Milano CIR ha messo un erogatore di acqua naturale ma solo dove ci sono le macchinette del caffè. Tra l’altro l’acqua non è filtrata, ed è impossibile prepararsi un tè, lascia dei residui oleosi incredibili. (Sì, lo so che non si può usare un bollitore in ufficio)
@un cattolico: infatti ho parlato di acque oligominerali che sono solitamente povere di minerali e quindi relativamente intercambiabili… e sono ben diverse da quelle tipiche del Lazio.
Se oligominerali, dovrebbero essere povere di minerali per definizione di oligo, com’è quel “solitamente”?
Non dimentichiamo poi gli erogatori pubblici a pagamento di acque microfiltrate [gassate o liscie e refrigerate] (ad esempio 5 centesimi/litro nei paesini della Marsica dove vado, e dove l’estate si fa la fila!).
Lo sa bene Faccia d’angelo quanto rende.
Un autotreno con una portata di 24 ton consuma 0,423 €/km, grandezza che rappresenta il 37,8% del costo di esercizio totale. Ne discende che su un viaggio di 1.000 km il costo del trasporto di una bottiglietta da mezzo litro è pari a 2,33 eurocent
Posso solo dire che prima che diventasse famosa l’ho incontrata in Basilicata e le preferivo il ghiaccio sciolto (in quanto più appetibile)…
Volevo solo offrirti la richiesta segnalazione dal sud (la mia esperienza riguarda supermercati e non mense, ma penso che il discorso si possa estendere):
sia a Napoli sia in Molise si trovano tante acque alpine, ma anche toscane, marchigiane, etc. Si trovano soprattutto le grandi marche a diffusione nazionale, comprese quelle della Basilicata o della Campania (a proposito, Ferrarelle è del casertano, non so quanto si possa considerare centro Italia). Ma anche per le “low cost” a volte si trovano acque provenienti da lontano.
Come fa notare pbm, credo che dipenda soprattutto dalla grande distribuzione.
@Maffeia: grazie per la segnalazione!
(una specifica: quando parlo di “acque del centro-Italia” non faccio una distinzione geografica vera e propria, e metto insieme le acque effervescenti naturali e quelle medio- e altominerali, che tipicamente sono degli Appennini dove c’è un terreno diverso)