Come forse ricorderete, il ragionier Colaninno comprò Telecom Italia con i soldi di Telecom Italia (si fece prestare dalle banche per la sua Tecnost i soldi per l’Opa, e poi fuse Tecnost con Olivetti prima e Telecom poi).
Poi il dottor Marco Tronchetti Provera comprò Telecom Italia con i soldi di Telecom Italia: e già che c’era, dopo aver svenduto a Pirelli RE gli immobili Telecom, pensò bene di comprare la parte di Tim che gli mancava con i soldi di Tim, prima di sbolognare tutto a Telefónica.
Adesso abbiamo Xavier Niel che ha comprato il 15% dei diritti di voto Telecom senza avere un’azione in mano, ma limitandosi ad acquistare options e decidere tra il 2016 e il 2017 se sganciare davvero i soldi.
Poi vi stupite che vada tutto a rotoli.
Ultimo aggiornamento: 2015-10-30 11:39
La differenza sostanziale era che prima con Colaninno ed il Tronchetto era (almeno a me) palese l’intento della mossa (introitare i benefici della semiprivatizzazione senza averne i rischi con Colaninno, speculazione molto finanziara col Tronchetto).
Ora con Niel, boh. Il veicolo finanziario usato è da mordi e fuggi, ma l’entità dell’operazione è troppo grossa da un lato e troppo piccola da un altro, senza contare che Bollore/Vivendi con Niel non ci azzeccanno nulla. Boh. Molto strano, c’è qualcosa di grosso dietro.
Io non ci capisco nulla, ma nel mio piccolo, se Free si pappa Telecom e inizia ad aggredire il mercato come ha fatto in Francia gli abbonati han tutto da guadagnarci
D.