Non mi importa che Re Giorgio abbia scritto che non si può tornare indietro dalla proposta renziana di un Senato di nominati perché cadrebbe tutto l’impianto della riforma (davvero?). Non mi importa nemmeno che la minoranza dem sia a favore di un Senato elettivo, anche perché – diciamocelo – se Renzi l’avesse proposto loro sarebbero subito passati a un Senato di nominati. Il mio punto di vista continua a essere lo stesso.
Il problema con il nostro bicameralismo piuccheperfetto è duplice: da un lato le leggi vengono rimpallate tra i due rami del Parlamento, magari aggiungendo emendamenti che non hanno nulla a che fare con la legge originaria; avere poi da una parte un maggioritario su base nazionale e dall’altra un maggioritario su base regionale porta a distribuzioni dei seggi diverse. Nominare i senatori non risolve questi problemi, tanto che comunque è necessario togliere poteri al Senato. A questo punto sarebbe bastato definire le materie della Camera e del Senato, dire che una legge può avere al più tre passaggi partendo dal “suo” ramo e che la terza lettura è solo una votazione sì/no sugli emendamenti introdotti dalla seconda. O pensate davvero che senatori che devono già seguire le leggi regionali si mettano a studiare (aggratis) quelle nazionali? Non scherziamo: i voti saranno irreggimentati e quindi inutili in pratica.
Assolutamente d’accordo con te: il primo problema sono le competenze delle due camere e il secondo (importante ma a mio parere meno del primo) il diverso modo di computare i voti e i seggi tra di esse.
Un’altra cosa che in questa storia mi ha dato fastidio è stato, tra gli oppositori della riforma, lo sbraitare che un Senato nominato non si è mai visto, è antidemocratico, in altri paesi si vota, ecc., ecc.
No, un Senato di nominati non è per niente una rarità, neanche nelle democrazie europee: http://pensieri-eretici.blogspot.de/2014/07/senati-in-europa.html
Io al Senato darei solo potere di veto “politico” con maggioranza qualificata.
Se una legge è fatta coi piedi il Senato la può bloccare (anche se costituzionalmente legittima) prima che arrivi al Presidente, poi se la Camera la riapprova uguale procede nel suo iter.
Una legge è spesso fatta coi piedi, anche e soprattutto perché gli emendamenti stravolgono l’impianto originale. Il punto è che in un mondo ideale non ci sarebbero emendamenti ostruzionistici e quindi una terza lettura che non ne aggiunga di nuovi ma controlli solo i vecchi sarebbe ottima: in un mondo come il nostro dove si potrà solo cancellare il maxiemendamento su cui si è posta la fiducia perlomeno non faremo troppi danni