I tassisti non sono tra le mie categorie lavorative preferite, e ritengo che i blocchi sul servizio Uber fatto dalle auto NCC – dover sempre partire dal loro garage – sono pretestuose. Però non vedo nulla di strano nella sentenza del tribunale di Milano che ha bloccato il servizio Uber Pop, quello insomma che poteva fare praticamente chiunque.
Il punto non è la concorrenza sleale. È che in un modo o nell’altro chi ha una licenza da taxi (o da NCC, del resto) ha dei controlli che non vengono evidentemente fatti per un automobilista qualunque. Che poi Uber Pop sia una fregatura per chi fa l’autista è un’altra storia :-)
Ultimo aggiornamento: 2015-05-26 20:51
Quindi la soluzione è far sì che *chiunque* trasporti persone traendone profitto debba sottoporsi ad una serie più stringente di controlli (test di guida, test audiometrici e visivi, …).
Istituito questo obbligo legale, si può quindi legalizzare Uber Pop anche domattina, e nessuno dirà niente. Vero? … vero?
Le rare volte che avrei bisogno di un taxi, sono state azzerate dall’introduzione del car sharing (personalmente Enjoy ma gli altri sono altrettanto validi) e per questo non ho approfondito Uber.
Ma dovendo purtroppo girare in auto per Milano, vedo come vanno in giro i tassisti. E se i controlli servono per fargli fare le manovre creative che fanno, mi viene solo da tifare per Uber!
C’è anche il discorso della copertura assicurativa in caso di incidente (i mezzi di trasporto pubblico quindi anche i taxi hanno massimali e tariffe più alti). Un autista Uber è come noialtri da questo punto di vista.
Neanche a me piacciono i taxisti e loro non si fanno certo piacere. Ciò detto ho anche paura della deregulation alla americana: taxi più scassati come là ne ho visti solo in India ed in asia in generale.
Sul fatto che per gli autisti di uber sia o meno una fregatura ho visto tempo fa il blog di un autista uber americano. Stringendo, la morale era “se vuoi vivere solo di questo è molto dura, ma come secondo lavoro è ottimo”.
Anche per me i tassisti non sono tra le mie categorie lavorative preferite.
Però in generale guardo con preoccupazione a queste forme di intermediazione (uber per i tassisti, airbnb per gli alberghi, per gli home restaurant ce ne saranno sicuramente ma non mi vengono in mente) in cui l’intermediario, solitamente estero, fa un sacco di soldi, la categoria ex monopolista/lobbysta/ in rendita di posizione ci perde molto (e di conseguenza i loro dipendenti, se ne hanno) e l’utilizzatore finale risparmia oggi ed è contento, ma probabilmente domani risentirà in prima persona degli impatti di un impoverimento generale della società.
Qualche critico di internet teorizza anche che la rete abbia portato a un impoverimento complessivo della società e che business come Wal Mart ne siano una diretta conseguenza.
@conte oliver: la rete ha sicuramente inciso pesantemente sui negozi che si limitavano a fare da magazzini di vendita. Non so come se la cavi chi fa un vero servizio al cliente.