Avendo due cinquemezzenni che frequentano l’asilo, mi arrivano a casa due libri la settimana dalla bibliotechina scolastica, libri che Anna oppure io leggiamo alla prole per abituarli al concetto che i libri non servono solo per riempire le pareti di casa. (Purtroppo l’avvento degli ebook ha un po’ peggiorato la situazione, nel senso che è più difficile vederci con un libro cartaceo in mano).
Questa settimana i libri sono Madagascar (la storia con le immagini del film) e Piccola macchia (un bel libro, tra l’altro). Bene, anzi male: in entrambi i libri c’è un errore nel testo. In Madagascar, proprio nell’ultima pagina, c’è un “fantastasticando”; verso metà di Piccola macchia leggiamo “dice in padre”. Vi garantisco che non sono gli unici casi: quasi tutti i libri hanno almeno un refuso.
Capisco che i testi di questi libri non contengano poi termini così facili: in fin dei conti ci siamo noi grandi che possiamo sfruttare l’opportunità per far conoscere parole nuove ai bambini. Ma visto che poi non è che ci siano dei muri di testo, un rapido controllo editoriale non sarebbe così difficile. O no?
Una possibile risposta: https://vibrisse.wordpress.com/2015/04/16/dieci-leggende-false-che-circolano-sul-mondo-della-grande-editoria/
Punto 8.
In ogni caso il primo refuso si poteva evitare usando un comunissimo correttore ortografico. Ormai ci sono anche nei display della lavatrice. :-)
Le poche volte che mi son preso la briga di segnalare (tanti) refusi su romanzi (ad esempio nei primi due testi della trilogia di Larsson, ma non solo) non ho mai avuto risposta. Mi aspettavo un banale grazie, ma nulla.
Servirà a qualcosa? È del tutto inutile? Nel dubbio ora non informo più alcun editore…
io infatti non informo gli editori ma scrivo pipponi sul blog :-)
(tra l’altro, se il libro è preso da bambini che stanno imparando a leggere, un refuso può essere rovinoso. È quello che mi dà più fastidio di tutto)
Sì si era capito che il senso del messaggio era quello. Comprensibile…
A me dà altrettanto fastidio la superficialità di una moltitudine di giornalisti (copia e incolla integrali senza nemmeno informarsi un secondo su cosa si sta incollando, notizie date senza alcuna cognizione di causa sull’argomento), che invece rovinano gli adulti.
l’adulto dovrebbe avere più mezzi del bambino per accorgersi che c’è qualcosa che non va, però. Meglio: il bambino sicuramente non ce li può ancora avere, se l’adulto non li ha è anche per colpa sua.
Sicuramente. Però vota/si esprime/commenta/impatta sulla mia vita anche lui.
A volte ho avuto la fortuna di avere il contatto dell’autore. Ho segnalato a lui il refuso. Essendo interessato in prima persona, forse c’è qualche speranza che la successiva edizione/ristampa sia migliore.
L’editor è un cinese ;-).
So come funzionano i libri per bambini perché conosco chi ne ha fatti alcuni. Sono (quasi) tutte produzioni tirate all’osso. Un italico fa o traduce i testi, una altra persona fa il lettering, il tutto mandato in Cina e capita che il tipo di turno copi male la sorgente corretta. Tipicamente non viene fatto un proofing del master di stampa per il semplice motivo che magari non esiste neppure, e voilà il refuso è fatto. Viene corretto semmai al prossimo giro di stampa.
di libri stampati in Cina ne ho parecchi (non necessariamente in italiano), ma lo dicono che sono stampati in Cina. Detto questo, un master di stampa è un file Illustrator, mica una copia cartacea.
Stampare è un processo complicato….
Tipicamente un libro illustrato è multi sorgente, almeno due diverse (grafica e testo, ma ci sono numerose altre cose possibili, tipo materiali diversi). Nel migliore dei casi hai due di quelli che tu chiami master, uno per la grafica (digitali di solito InDesign, xPress, Illustrator ma anche analogici come le maschere litografiche) ed uno per i testi (che qualche volta sono file contenuti nei primi ma più comunemente file .txt). La composizione finale dei vari master viene *sempre* fatta dallo stampatore (cinese nel caso specifico) con i mezzi che ha. che possono essere molti e molto diversi, fatti da persone diverse etc.
Un libro con le stelline fatte con le perline richiede per esempio istruzioni testuali e fotografiche per dire al cinesino come deve fare a produrre la pagina finita. Immagina tutti gli errori che possono venire fuori…
certi libri per bambini non hanno “testo” vero e proprio, o se preferisci il testo fa parte dell’impianto grafico. (Su Madagascar posso immaginare che il testo sia stato preparato per le gabbie appositamente approntate, per Piccola Macchia no)
Sarò più preciso: la parte testuale (renderizzata con un font customizzato) viene sempre messa scorporata o facilmente scorporabile dal resto. Una persona traduce, poi una altra fa il lettering (redistribuisce il testo per una propria formattazione ed eventualemete cambia il font) e rimette il tutto nel “suo” master. il cinesino dal’altra parte prende questo, lo rimastruzza seguendo i suoi strumenti (il che può voler dire ricopiare tutto lettera per lettera incorporando il font customizzato nel suo programma di composizione). Alcune parti vengono comunque fatte a mano.
Illustrator? Pensavo Quark XPress fosse lo standard de facto…
per la cronaca ho controllato (prima di restituirli). Entrambi sono stati stampati in Spagna. Ora, va bene che uno spagnolo non sappia l’italiano, in fin dei conti io non so mica lo spagnolo: ma spero che un master l’abbiano fatto.