Non sono mica riuscito a capire cosa offra questo libro (Claudio Giunta, Essere #matteorenzi, Il Mulino 2015, pag. 80, € 8, ISBN 978-88-15-25729-1) a dieci centesimi la pagina cartacea (e sette centesimi e mezzo la pagina virtuale elettronica). Nell’ultima lunghissima parentesi che chiude il testo, Giunta spiega che lui non ha fatto un’analisi politica dell’attuale premier, ma solo lessicale; politicamente – afferma – quallo che si può dire è che Renzi ha tanto entusiasmo e che questo potrebbe anche bastargli per votarlo. Vero? Falso? Non so. Tutto il libretto mi pare un lungo esercizio di stile. Se ci limitiamo alla parte appunto lessicale notiamo come Giunta usi appositamente un vocabolario molto ricercato, a volte aggiungendo graziosamente la spiegazione dei termini da lui scelti, a volte lasciando perdere. (Passi per “truismo”, ma “sinolo” me lo sono dovuto ricavare etimologicamente…) Sempre esercizio di stile è l’attribuzione a Renzi di un testo del secolo scorso, o l’introduzione dell’intellettuale che fa da controcanto. Ma proprio perché Renzi usa il lessico per fare politica, e Giunta lo rimarca, il testo dà una visione politica, mostrata in contrapposizione a quella berlusconiana (no, Silvio non ce lo riusciamo proprio a togliere. In compenso di Beppe Grillo si parla solo en passant, considerandolo sostanzialmente irrilevante). Mettiamola così: si legge in fretta, fa sorridere ma non so quanto faccia pensare.
Ultimo aggiornamento: 2015-05-13 16:47