Quanto si parla di matematica in letteratura? Non tantissimo, purtroppo. Però se uno va a cercare bene ci sono parecchi racconti di tema matematico; alcuni di questi sono stati raccolti da William Frucht in questa antologia (William Frucht (ed), Imaginary Numbers : An Anthology of Marvelous Mathematical Stories, Diversions, Poems, and Musings, Wiley 2000, pag. 352, $ 20, ISBN 9780471393412). Diciamolo subito: a volte Frucht ha barato. Nell’introduzione aveva detto che per quanto possibile avrebbe usato testi di autori non matematici di professione, sennò sarebbe stato troppo facile: ma nell’antologia troviamo un capitolo di The Planiverse di A.K. Dewdney e uno da Gödel, Escher, Bach di Douglas Hofstadter che tecnicamente sono saggi scientifici, anche se non matematici in senso stretto né di autori matematici in senso stretto. Però questa non è una pecca, di per sé, perché permette di avere uno sguardo più ampio sulla “letteratura matematica”. Ci lamentiamo tanto delle due culture separate e poi non vogliamo metterle insieme quando ne abbiamo la possibilità?
Come ogni analogia che si rispetti, il libro contiene di tutto: prosa e poesia, fantascienza e letteratura “ufficiale”, Nobel come la Szymborska e non-Nobel come Borges, e anche due autori italiani: Italo Calvino e Tommaso Landolfi, che è un po’ buffo leggere in traduzione inglese; a proposito di traduzioni, ho scoperto il romanzo distopico del russo Evgenij Zemjatin “We”, una delle fonti per 1984 di Orwell, e che fu pubblicato nella lingua originale più di sessant’anni dopo la sua stesura. Se siete abbastanza ferrati nella lingua di Albione,la raccolta è una lettura piacevole.
L’ho letto, Noi di Zamjatin, e non mi è piaciuto.
http://borislimpopo.com/2013/10/20/evgenij-zamjatin-noi/
un libro da leggere in meno, allora :-)
To’, ma questo libro io lo conosco:
http://pignuoli.blogspot.it/2013/02/un-apocrifo-di-lem.html
:-)
(E *Noi* non sarà il libro più avvincente della storia della letteratura, ma si legge bene tuttora, soprattutto se si è interessati al filone distopico di *Brave New World* e appunto *1984*. Io lessi la traduzione di Lo Gatto, e mi dicono che l’esperienza varia abbastanza da una traduzione all’altra.)
Grazie per la recensione, la spiegazione sullo pseudo-Lem, e soprattutto l’elenco degli estratti nell’antologia, visto che su Amazon non ci sono neppure i nomi degli autori.
Se vuoi, recupero l’indice e lo metto qua come commento
Non c’è bisogno, basta andare nei commenti dell’ottimo post di Gewürz :).
@DaG: ecco dove avevo scoperto il libro! Certo che la mia memoria oramai è un groviera, considerando che al tempo ti avevo anche commentato…