Per me Robin Williams è sempre stato Mork, il buffo alieno protagonista della serie di telefilm Mork e Mindy. (Occhei, ai tempi magari ero più interessato a Mindy, ma soprassediamo). Ovviamente so bene tutti i film che ha fatto in seguito, ma non essendo un amante del cinema non garantisco di averne visti nemmeno la metà (e per quanto lui fosse stato bravo, L’attimo fuggente è un po’ una palla, diciamocelo).
Non sono capace a fare chissà quali analisi sociologiche sulla possibilità di cadere in depressione per qualcuno che per mestiere fa ridere la gente: resta semplicemente la tristezza, perché è come se i sorrisi che mi faceva fare fossero stati persi da lui. (E non rompete con la storia che gli davano tanti soldi per farci sorridere: si danno tanti soldi a tante persone che ci fanno solo piangere)
Ultimo aggiornamento: 2014-08-12 16:59
Vediamo se indovini il seguente film in base alla trama :-)
C’è un ambiente fondato sullo status-quo in cui tutte le persone sono conformiste e non si pongono neanche il problema di cambiare. Interviene un soggetto che, pur rivestendo lo stesso ruolo degli altri, ha un quid di eccentricità e di intelligenza in più che lo porta a rompere le regole e a superare lo status-quo. Vi sono delle persone che credono molto in lui e lo sostengono, anche se dovrà confrontarsi con le resistenze dei conservatori che non vedono di buon occhio il suo discostarsi dalla norma.
[n.b.: ovviamente faccio questo gioco con simpatia proprio perché ho sempre apprezzato R.W.]
il fatto è che la trama la puoi scrivere come vuoi, ma poi resta il film (che lascia meno spazio al pensiero di un libro)…
Non era “L’attimo fuggente”. O forse era anche quello.
se era un altro film, non mi viene in mente…
Quello che John penso volesse suggerire è che gran parte dei suoi personaggi rispecchiano in un modo o nell’altro quei concetti che ha tratteggiato nel primo commento. Da Patch Addams a Mrs Doubtfire. Anche Mork, in un certo senso.
Però quanto Robin Williams era uno di quei personaggi, e quanto è dovuto allo sceneggiatore se non al regista? (È una domanda a cui non so rispondere. Sono ragionevolmente certo che due attori diversi con la stessa sceneggiatura tirerebbero fuori due film diversi, ma più in là non vado)
Maxim: risposta esatta!
Aggungiamo anche, fra gli altri, l’uomo bicentenario e Good Morning vietnam (che si sovrappongono in senso stretto alla trama che ho scritto).
.mau.: penso fosse dovuto non a R.W., ma più alla regia e alla produzione, che hanno sfruttato quella intelaiatura il più possibile.
A proposito, e l’attrice che interpretava Mindy che fine ha fatto? È viva, lo so da Wikipedia. Ma è felice?
ammetto, avevo guglato. È sicuramente molto botulinica :-(
(Che sia ingrassata è nello stato delle cose: però negli ultimi dieci anni mi pare meno felice)
La depressione (quando si usa il termine in modo appropriato e specifico) ha a che fare con la medicina, è una malattia, non con la sociologia, con l’umorismo professionale o con il generico “carattere”. E’ un po’ come con l’influenza.
Anche se vedere certa gente (infettiva) può alzare la probabilità di ammalarsi. Di influenza.
Molte malattie (e la depressione è fra queste) vengono aggravate da certi tipi di attività lavorativa. Inoltre è risaputo che tra gli artisti è molto più frequente che in altri gruppi “sociologici” come li chiami tu.
@.mau.: descrivere la linea di demarcazione tra sceneggiatura ed interpretazione è molto difficile. Non di rado certi attori deviano dalla sceneggiatura originale, chi più chi meno. Lo stesso dicasi dei registi, alcuni pretendono recitazioni molto aderenti, altri no. Non conosco da questo punto di vista il regista dell’Attimo fuggente. Avendo visto molti film di Williams direi che è un attore che si prende i suoi spazi, ma senza esagerare troppo.
[L’attimo fuggente è un po’ una palla, diciamocelo]
Ecco si, diciamocelo! Ti dedico di cuore i meritatissimi 92 minuti di applausi anche se so che questo mi costerà eterno biasimo da molti e molte…