Mi sono fatto una rapida cultura su che cos’è il “canguro”: a dire il vero, almeno nella versione originale – quella per cui ci sono centinaia di emendamenti con cifre leggermente diverse, e si decide di votarne alcune pietre miliari e in caso di accettazione dedicarsi al fine tuning – io l’avrei chiamato “Newton-Raphson“. Ma forse era chiedere troppo.
Come scrissi a suo tempo, io non sono tendenzialmente contrario a una riforma del Senato che superi il bicameralismo perfetto: sono contrario a questa riforma, perché rendere i senatori non elettivi e non pagati non dà tutto quel risparmio (il Senato continua a esistere, ad avere non so quanti dipendenti, e a pagare i vitalizi agli ex senatori) e non si capisce come e perché uno dovrebbe fare del lavoro in più. Però mi sarei concentrato sui veri emendamenti alla legge: mettersi a scrivere cento proposte diverse per cambiare semplicemente la parola “Senato”, a parte essere un ottimo esercizio di stile, non serve a nulla, e visti i tre anni e mezzo prima della fine della legislatura non serve neppure a sperare che si finisca fuori tempo massimo. Ben venga a questo punto l’accorpamento di tutti gli emendamenti simili, nella (ingenua…) speranza che si abbia più tempo per discutere le cose importanti. Non sarà comunque così, visto l’emendamento passato per cui il Senato dovrebbe votare “sui temi etici” (che notoriamente dipendono da regione a regione, vedi il film Divorzio all’italiana; ma forse almeno su quello la colpa non la si può dare proprio tutta a Renzi.
Ultimo aggiornamento: 2014-08-01 10:02
A me piacerebbe un bicameralismo all’americana, con camere differenti sia come funzioni sia, soprattutto, come filosofia di rappresentatività (in senato ogni stato ha due rappresentanti, qualunque ne sia la popolazione).
Un plauso per il titolo dell’articolo, che forse i più giovani non saranno riusciti a decifrare. :)
dici che sono così vecchio?
No, ma che ce ne sono di certo di più giovani di noi.