Egregio ministro Franceschini,
se ho ben capito, il motivo ufficiale per “riformulare il valore” del cosiddetto equo compenso per i supporti di memoria è la possibilità che qualcuno li utilizzi per salvare una copia (legale) di una canzone o di un film, legittimamente acquistati. Naturalmente non è possibile stimare quante copie private vengano fatte, quindi è stata calcolata – indubbiamente usando i migliori modelli disponibili presso la Siae – una percentuale forfettaria. Ci sarà pertanto chi è fortunato perché ha già comprato tanta musica e tanti video, e quindi pagherà meno di quanto avrebbe dovuto; e ci sarà pertanto chi voleva solo salvare le diecimila foto delle vacanze, e pagherà di più. La statistica è quello che ci resta se non vogliamo un controllo poliziesco.
Ma c’è una piccola cosa che non mi torna. Supponiamo che – come sta per succedermi – un mio hard disk stia tirando gli ultimi. Io mi compro un nuovo hard disk della stessa capacità, e rottamerò quello vecchio; quindi la quantità di spazio dedicato alle mie teoriche copie pirate rimarrà lo stesso. Bene: perché non posso consegnare il vecchio hard disk e ottenere un rimborso pari al valore dell’equo compenso?
Ultimo aggiornamento: 2014-07-18 12:26
Odio doverlo fare ma Franceschini in questo caso non c’entra nulla (anche se c’entra e molto per l’equo strozzinaggio).
Infatti le norme UE (di cui Franceschini dà attuazione pratica) parlano chiaro: l’equo compenso è dovuto ad ogni nuovo device comprato da utenti finali. Nessuna distinzione viene fatta sul “nuovo” versus “aggiornamento” e questa interpretazione non può essere fatta in nessun paese della UE, pena messa in mora.
Bene. Chi era il commissario UE sotto la cui egida sono state preparate le norme, che correggo il nome nel post?
Non lo so.
Franceschini c’entra eccome perché rappresenta chi ha voluto l’aumento della tassa. In altri paesi (Spagna) leggevo che è di fatto sparita. La norma UE, infatti, dà la possibilità, non l’obbligo, di metterla. E non dice nulla nemmeno su *quanto* debba essere.
Per quanto rigurda la tassa, essa non riguarda le opere piratate, ma quelle *legittimamente* copiate come copia di salvataggio. Sottolineo che la copia di backup è *legittima*. NON è pirateria. (C’era qualcosa su punto informatico, in proposito.)
Curioso invece ci sia sui telefoni non smartphone. Forse pensano che si possa salvare un film sulla rubrica di un telefono base. Una copia di backup, si intende.
Qui non si parlava dell’aumento della tassa stessa ma di una tecnicalità sui criteri di applicazione. Come ho detto è uno strozzinaggio alias un aumento del tutto ingiustificato.
Vero che non è obbligatorio per uno stato membro di applicare l’equo compenso, vero che non si definisca cosa sia l’equità e come definirla quantitativamente.
Non è affatto curioso che ci sia sui telefoni “stupidi”: i criteri di applicabilità sono rigorosamente oggettivi ed includono qualsiasi apparecchio che possa riprodurre musica o video, in pratica tutti i telefonini prodotti negli ultimi tre anni sono in grado di farlo, e la grande maggioranza di tutti quelli prodotti negli ultimi cinque.
Qui qualche link, anche alla legge europea:
http://ilcomizietto.wordpress.com/2014/07/07/il-rilancio-delleconomia/
For all: nella legge UE si fa esplicito riferimento ad una (lunga) serie di casi in cui la tassazione non si applica. Non ho alcuna idea se Franceschini abbia recepito o meno questa parte ;-).
Fermo! Che sennò moltiplicano il compenso per il numero di anni MTBF in base al dispositivo.
e ti fanno anche pagare i costi di smaltimento di SIAE (perchè il vecchio HD lo consegni, come prova, a loro no?).
Sky
P.S.
mi hanno (finalmente) ri-sdoganato il tuo sito in ufficio: (1) i tuoi lettori son tornati 22, (2) devo portarmi in pari col passato: aspettati qualche commento su post arcaici. :-D