Come probabilmente sapete, la trilogia della Guida galattica per autostoppisti è tutto meno che una trilogia: ci sono almeno cinque libri più un racconto breve (e non considero …And Another Thing di Eoin Colfer), oltre alle versioni per radio e tv (e di nuovo non considero il film). Nel suo piccolo, anche questa biografia di Adams (Neil Gaiman, Don’t Panic 2009: Douglas Adams and “The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy”, Titan Books 2009, pag. 288, Lst 9,99, ISBN 9781848564961) è arrivato alla quinta edizione ampliata, immagino proprio a causa dell’uscita del film e del libro succitati. (La quarta edizione deve essere stata fatta dopo la morte di Adams).
Secondo me, però, il risultato non è il massimo. Non tanto per Gaiman, che quando scrisse la prima versione era ancora giovane e acerbo ma comunque prometteva; il guaio è che è la biografia di uno scrittore scritta da un altro scrittore. Quello che nel testo soprattutto appare è cosa ha scritto Adams, e come l’ha scritto (notoriamente in ritardo sul ritardo; non dico che avrei voluto i dettagli piccanti della sua vita, ma un po’ più di curiosità sì. Aggiungete che la parti inserite nelle edizioni successive (che non sono di Gaiman, se non sbaglio) toccano appena la parte non-fiction che si può leggere in The Salmon of Doubt e capirete come un libro scritto così scontenti sia i Veri Fan che trovano poco di nuovo che i semplici simpatizzanti che non riescono a capire come mai esistano dei Veri Fan (*), lasciando una situazione in cui solo i Golganfriciani possono prosperare. Fate voi.
(*) Pare che in un pianeta del sistema di Tau Ceti l’espressione “Veri Fan” abbia il significato di “pensare di toccare le appendici posteriori di un kseritpa anziano”, cosa che porta immediatamente alla tortura del malcapitato – la popolazione locale è infatti telepatica e ritiene che pensare una cosa sia molto più grave che farla.
Ultimo aggiornamento: 2015-05-03 19:07