No, non parlo della famigerata frase di Mauro Moretti sugli stipendi dei manager. Preferisco dedicarmi ai numeri snocciolati sull’italico Huffington post. Se li prendiamo per buoni, i biglietti dei treni del trasporto pubblico locale coprirebbero un terzo dei costi (gli altri due terzi sono a carico dello stato) e costerebbero meno di quelli del trasporto su gomma (anch’essi circa con lo stesso rapporto biglietti/sovvenzioni per quanto riguarda i ricavi). Però – sempre secondo Moretti – i problemi non sono strutturali nel senso che così com’è il sistema è sempre in perdita: sono strutturali nel senso che occorre rifare la struttura, leggi i treni. Il piano quinquennale di Moretti, dal costo totale di sei miliardi (tre messi dalle ferrovie e tre che dovrebbe mettere lo Stato), riguarda infatti solamente il rinnovo totale della flotta e l’acquisto di 200 nuovi treni.
Ora, è vero che con più treni e con l’ammodernamento di quelli attuali si può offrire più servizio (a parità di costi di personale, immagino, nel senso che Moretti vorrà far aumentare la loro produttività) e quindi ottenere più ricavi dai biglietti: però non credo che questi ricavi sarebbero così ampi da far pendere la bilancia dall’altro lato. Chiedo insomma a chi magari è andato a spulciare sul sito delle Ferrovie: ci sono simulazioni più complete dei pochi numeri indicati sull’HuffPo?
Ultimo aggiornamento: 2014-03-27 14:29
Beh, ma i treni pendolari saranno sempre in perdita, sono una forma di sovvenzione alla mobilità. Mi viene anzi da dire che se NON fossero in perdita, lo Stato potrebbe non interessarsene ;)
(Comunque come vedi sempre da quell’articolo la proporzione fra biglietti e sovvenzioni è uguale nel resto dell’Europa civilizzata)
con la Francia sì (circa un rapporto 1:2 tra biglietto e sovvenzione), con la Germania no (è 1:1 circa). Poi intendiamoci: può benissimo darsi che abbia senso togliere i costi del materiale rotabile dai conti sui biglietti…