Ieri a Sesto San Giovanni è successa una tragedia. Una madre di tre gemelli è stata ammazzata da un furgone che nel fare retromarcia all’interno di un condominio ha schiantato una ringhiera ed è caduto sulla rampa dei box dove la poveretta stava salendo con la bicicletta. L’operaio che stava spostando il furgone non aveva neppure la patente, per la cronaca.
Ovviamente c’è chi non perde l’occasione di farsi notare: citando da Repubblica, «Sulla vicenda interviene Viviana Beccalossi, assessore al Territorio della Regione Lombardia, per dire che “l’introduzione del reato di omicidio stradale non può più neppure di un giorno.”» (manca un “essere rimandata”, immagino, ma quello non è colpa dell’assessore Beccalossi bensì di chi ha composto l’articolo). Qualcuno avrebbe il coraggio di spiegare all’assessore Beccalossi che quello non è un caso di omicidio stradale per l’ottima ragione che il furgone era su territorio privato e non su una strada, tanto che l’autista è indagato per omicidio colposo ma non per guida senza patente? (Sì, già l’idea di proporre il reato di “omicidio stradale” è una perfetta idiozia, ma tant’è)
Ultimo aggiornamento: 2014-01-23 11:13
L’idea di introdurre l’omicidio stradale sarà una idiozia ma è necessaria. Oggi infatti per una lunga serie di motivi che non sto a specificare per brevità, se uno ammazza per strada qualcuno colposamente ha come effetto (se si appartiene al ceppo caucasico e si ha un portafoglio abbastanza pieno da pagarsi un avvocato discreto) il solo ritiro della patente per un anno. Spesso, e dico spesso, la famiglia della vittima si ritrova con un pugno di mosche in mano (dato che viene meno la parte penale).
Tutto questo ha due effetti: lato conducente la quasi sicura impunità non genera un deterrente, e quindi non previene comportamenti dolosi ed altri incidenti. Lato famiglia delle vittime, oltre al dolore, genera anche perdite economiche non lievi e danni al nucleo familiare.
Il modo più semplice di risolvere la faccenda (non il più elegante, certamente) è introdurre una nuovo reato specifico, ed anche così non è deto che ‘iter arrivi fino in fondo. Cambiare l’esistente, con i nostri politici non è cosa realistica. Meglio la pezza.
@mestesso: che c’entra la parte penale con il risarcimento che è civile?
@.mau.: c’entra eccome. Se l’avvocato della parte lesa è un pirla, non fa causa civile e si aspetta che il tribunale condanni in sede penale per avere con la condanna l’automatica apertura del risarcimento. In sede penale vengono spessissimo applicate tutte le possibili attenuanti e alla fine fine si è prosciolti. Risultato: zero risarcimento. A quel punto non è più possibile ricorrere in sede civile e rimani appeso.
Inoltre tengo a sottolineare che per avere il risarcimento in sede civile occorrono in media dieci anni. Inoltre l’investitore spesso e volentieri nel frattempo vende tutto quello che ha in mano tranne la macchina e dopo dieci anni la famiglia della vittima ha zero spaccato in mano (nel 99% dei casi il giudice non applica il sequestro preventivo).
Sempre della serie “effetto deterrente”. Bada bene, conosco casi reali, non mi invento nulla.
stai insomma dicendo che – visto che la legge che c’è adesso non viene praticamente mai applicata – bisogna fare una nuova legge.
@.mau.: No. Sto dicendo che la legge di adesso viene applicata con tutte le possibili attenuanti previste. Applicata in toto. Leggi bene ;-).
@mestesso: Mica ho capito bene la cosa sul deterrente. Di per sé gli automobilisti sono inclini a passare con la macchina sui passanti, e l’unica cosa che li tratterrebbe sarebbe il carcere? Strano, io quando sono in auto penso a tante cose, ma non a investire chi mi capita a tiro.
@DAG: vediamo se in questi termini ti è più chiaro: un sacco di gente parcheggia in divieto di sosta perché a) è confidente che il vigile non passa b) perché anche quando passa l’esborso della multa è talmente basso relativamente a pagare il gratta e sosta che ti conviene pagare una o due multe l’anno ed andare a scrocco il resto.
tutto questo perché sa di rimanere impunito: niente certezza di pena, certezza che tendo a fare il cavolo che mi pare (nella fattispecie, se non è chiaro, guidare in maniera pericolosa ed amplificare il rischio a terzi). Si parla di reati colposi, giusto?
@mestesso: I tuoi ragionamenti profondi e sottili al tempo stesso sono alla mia portata, il più delle volte, grazie. Al limite googlo i paroloni più difficili, come “deterrente”, “attenuante” e “in toto”.
Vediamo se in questi termini è più chiaro a te: parcheggiare in divieto di sosta è da incivili, ma per molti è una cosa da nulla. Uccidere o ferire gravemente il prossimo, in genere, forse forse è una cosa che cercano di evitare persino i criminali efferati che parcheggiano sulle strisce.
E, per spiegarmi meglio, l’effetto deterrente delle pene spesso lascia il tempo che trova, altrimenti nei paesi in cui vige la pena di morti i delitti più gravi avverrebbero in quantità sensibilmente inferiore che negli altri, tanto per dirne una. Bada bene, non sto dicendo che certi comportamenti non vadano sanzionati o prevenuti, anzi, e sarebbe interessante studiare il come; sto solo dicendo che l’equazione pena severa e certa = meno crimini è troppo semplicistica.
@DAG: come già detto, non c’è premeditazione, investi, ferisci/uccidi e (neppure sempre) te ne rendi conto dopo e non prima l’atto incriminato. Cosa cambia se tu sei un criminale o meno in queste condizioni non mi è chiaro per niente.
Quanto al secondo commento, io sono d’accordo sul fatto che la massima pena possibile, quella di morte, non agisce da deterrente per il semplice motivo che chi delinque premeditatamente non ha alcuna remora a reiterare il reato (dato che la pena non può peggiorare…). In questo senso il fallimento è indubbio. Non a caso in USA il numero di pluriomicidi è elevato.
Io però non voglio la pena di morte in generale ed in particolare nello specifico mi accontento di una pena pecuniaria e sanzioni accessorie certe (oltre alla sospensione della patente per un anno). Ad esempio, troverei educativo che per un anno il reo fosse obbligato a fare lavori socialmente utili (che non contemplino l’uso di autoveicoli). Avere anche l’obbligatorietà del sequestro preventivo per garantire il pagamento dei danni pure lo apprezzerei, anche se penso che verrebbe cassato per problemi costituzionali.
Ed esattamente in che modo la legge sull'”omicidio stradale” cambia lo status quo?
E poi, la famiglia della vittima non è risarcita dall’assicurazione? È per questo che i massimali sono di diversi milioni di euro, no?
(E il motivo preciso per cui se giri senza assicurazione dovrebbero confiscarti il veicolo all’istante)
Ma se uno, poniamo un efferato sicario, dovesse uccidere per un qualsiasi motivo una persona. Se la mettesse sotto in macchina se la caverebbe con un anno senza patente?
Scusate il ragionamento per assurdo ma da ciclista vorrei capire qualcosa del problema macchina e inciviltà.
@Giuseppe: introdurre un reato specifico cambia inevitabilmente le cose. In meglio od in peggio dipende da come (e soprattutto se, non sono molto ottimista) verrà fatto. Per me, che conosco gente che avuto la patente sospesa per guida pericolosa e comunque andava in giro in macchina lo stesso, il fatto di dover scontare una pena accessoria obbligatoria migliorerebbe il concetto di pena, ma ognuno ha le sue idee.
Per quanto riguarda i risarcimenti delle assicurazioni, la risposta è non sempre. Anche se sei assicurato, l’assicurazione non ti dà un soldo ad esempio se oltre alla guida pericolosa hai aggravanti volontarie come lo stato di ebbrezza. Oppure se durante il dibattimento viene fuori che hai le gomme lisce e non riuscivi a frenare. Anche in caso di comportamenti involontari comunque esistono codicilli vari che precludono in tutto od in parte il risarcimento.
@Banasci: quello si chiama sempre omicidio volontario ;-).
LA soluzione è fottutamente semplice: non è introdurre l’omicidio stradale, o l’omicidio canino, ma di fare in modo che le pene previste vengano scontate.
Se per reati al di sotto dei tre anni di fatto esiste l’imputità ed esistono indulti e decreti svuotacarceri e pene alternative, perchè non sia mai che uno di lor signori si faccia dei giorni in galera, il problema non si risolve aumentando le leggi, ma diminuendole, ca
La cosa che trovo allucinante è la sproporzione fra le pene teoriche iniziali e quello che effettivamente poi si applica calcolando tutti gli sconti. Come dice giustamente Mike i reati sotto i 36 mesi sono considerati “scemenze”: ma cavolo, tre ANNI di galera distruggerebbero la vita di una persona normale (esci senza più lavoro, senza possibilità di ritrovarlo, probabilmente senza moglie/marito eccetera) se uno li scontasse davvero, che senso ha scrivere numeri del genere solo per ridurli dopo.