come dimostrare di non essere pari agli altri

Mi è capitato di leggere l’intervista a Elena Cattaneo dopo gli insulti di Jake Gasparri ed Elwood Bondi ai senatori a vita che non si presentano mai. Lascio agli altri i confronti con altri assenteisti cronici e le dotte elucubrazioni sulla teoria dell’insultare l’avversario, e mi limito a leggere l’intervista: non tanto l’occhiello quanto il testo vero e proprio. L’onorevole Cattaneo afferma: «Ho partecipato a tutta la discussione. L’ho trovata molto interessante dal punto di vista politico, ma alla fine ho deciso di non votare. Credo che la scienza non c’entri con questo tipo di scelta. E considerata la natura della mia nomina ho ritenuto che il mio voto non dovesse essere espresso. Finora ho votato due volte: per la fiducia al governo Letta un mese fa e ieri notte (martedì, ndr) per l’approvazione della legge di stabilità. In quei due casi ho pensato che fosse importante partecipare perché era in gioco il futuro del governo e del paese.»
Ora, io non avrei avuto problemi se l’onorevole Cattaneo avesse affermato qualcosa come “per dare un voto informato sulla decadenza di Silvio Berlusconi avrei dovuto studiare tutta la documentazione al riguardo: sono cose che posso e voglio fare per argomenti che riguardano tutti i cittadini, ma non per un caso singolo”. Sarebbe stata una scelta onesta e fors’anche coraggiosa. Peccato non sia stato così; e peccato che se uno la mette giù così nemmeno la fiducia al governo e l’approvazione della legge si stabilità “c’entrino con la scienza” (a parte l’implicita illogicità di avere un senatore che intenda occuparsi solo di un singolo tema: per quelle cose basta e avanza usare i tecnici).
Con il suo comportamento, l’onorevole Cattaneo dà ragione a chi vuole eliminare l’istituto dei senatori a vita (si, lo so, in primis è la Lega che li vuole abolire: so what?). Se tu accetti di fare il senatore, ancorché a vita, accetti di operare come senatore, senza nasconderti dietro chissà quali scuse. Altrimenti lascia perdere. Oppure ci inventiamo il senatore onorario: niente stipendio, niente diritto di voto, ma solo lo status di senatore. La cosa è meno stupida di quanto possa sembrare, considerando che in fin dei conti i senatori a vita hanno dato lustro alla patria…

Ultimo aggiornamento: 2013-11-28 14:26

6 pensieri su “come dimostrare di non essere pari agli altri

  1. C.

    Ma eliminiamoli e bast i senatori a vita insieme alle varie onorificenze. Sono retaggi monarchici ormai fuori tempo.

  2. Mauro

    @C.
    Istituto talmente monarchico (i senatori a vita) da essere istituito con la Costituzione repubblicana.
    Prima non c’erano.
    Saluti,
    Mauro.

  3. .mau.

    @Mauro: il Regio Senato era di nomina regia, e i senatori lo erano a vita (a differenza della Camera, che veniva eletta). Quello repubblicano è effettivamente un residuato.

  4. Bubbo Bubboni

    No, non direi affatto che sia un residuato della monarchia.
    Invece mi pare che sia l’attuazione dell’idea (normale in quelle che erano nate come democrazie costituzionali) che nessuno dei tre poteri sia totalmente autonomo dagli altri due.
    L’area di “sovrapposizione” tra presidente e parlamento è rappresentata dai senatori a vita, dal rinvio alle camere, ecc.

  5. marcoxa

    Bel commento .mau.
    Un solo appunto però. San Giovanni (Belushi) si sta rivoltando nella tomba e credo che Dan Aykroyd abbia già dato mandato ai suoi avvocati di farti causa.
    Ntuniott

  6. IlTester

    La cosa ridicola è che i nostri eroi attaccano tanto il senatore Piano perché ha solo 8 presenze su 611, e questo dovrebbe essere una giustificazione per difendere il (ormai ex) senatore B. che di presenza ne ha 1 su 1815. Bella coerenza, non c’è male. Fonte: OpenPolis, goo.gl/VvFaeL

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