Non frequentando abitualmente il Carrefour, non avevo mai fatto caso all’acqua minerale marchiata con il nome dei supermercati: la Cime Bianche. Avendone presa una confezione da 6 al mare e non avendo molto altro da fare a parte tenere a bada i giovani, ho scoperto che l’acqua arriva da Vinadio (frazione Roviera), esattamente come la Sant’Anna. La cosa non é cosí strana, considerato che entrambe le acque sono imbottigliate dalle Fonti di Vinadio SpA. È forse la stessa acqua? I dati organolettici sono simili ma non uguali, il che non significa molto visto che per legge devono essere pubblicizzati una volta ogni cinque anni e sono ragionevolmente certo che da un giorno all’altro qualche variazione ci sia. Quello che cambia è l’altezza della sorgente, che per la Sant’Anna è 1503 metri contro i soli 1380 delle Cime Bianche, manco questa fosse l’acqua di scarto. Detto questo, però, immagino che lo stablimento di imbottigliamento sia unico: sarebbe interessante scoprire come l’acqua arrivi lì e se ci sono condutture in comune…
Ah: l’Ipercoop di Carasco mostra anche le caratteristiche dell’acqua locale, che è assolutamente ottima: cosa che non mi stupisce, perché quando mio zio era ufficiale medico a Sacile diceva che lí é la stessa cosa. Peccato che un gasificatore costi più dell’acqua imbottigliata.
Ultimo aggiornamento: 2013-09-12 07:00
Per dati organolettici intendi dire l’analisi chimica?
Se sì, tieni presente che i criteri per dire che date due analisi di campione la sorgente sia la stessa non sono così ovvi come sembra :-).
(Il contenuto delle) analisi può cambiare da un giorno all’altro, certo, ma non così frequentemente come pensi. Inoltre la variazione si concentra solo su una parte dell’insieme dei dati e non sul tutto, il che ci guida alla definizione del criterio su esposto: due acque minerali sono considerate equivalenti se condividono un certo sottoinsieme di valori predefinito in comune (tolto l’errore relativo di misura).
Per togliere eventuali sospetti sulle variazioni momentanee si ripete a distanza di tempo la prova, ma ripeto 99 su 100 si può escludere a priori la cosa.
Incuriosita ho cercato un po ‘ su internet: mi si è aperto un mondo.
Ho scoperto che c’è un mucchio di gente che confronta analisi chimiche, esprime giudizi sui sapori delle diverse acque, discute di residui, etc. La Sant’Anna risulta citatissima e apprezzatissima (ne ignoravo l’esistenza).
Poi ho appreso che con il marchio Sant’Anna sono commercializzate le acque di due sorgenti, quella di Vinadio a 1503 mt e quella di Rebruant che sgorga a ben 1950 mslm.
La SantAnna sul suo sito scrive “Lo stabilimento a Vinadio, allavanguardia nel mondo, si sviluppa su 60.000 metri quadri di superficie. Una rete di 400 km di tubazioni in acciaio inox incanala lacqua dalla sorgente verso le dieci linee di imbottigliamento che consentono una capacità produttiva di 310 mila bottiglie allora (7,5 milioni al giorno). Sono presenti ben 11 serbatoi in acciaio inox da un milione di litri per raccogliere le acque.”
La società Fonti di Vinadio Spa, oltre che con i due marchi già citati, pare imbottigli anche come Alte Vette, Albi Bianche e Valle Stura.
Ho trovato anche chi si è preso la briga di conservare le etichette di anni diversi, mettendo poi a confronto i risultati delle analisi chimiche. Per la Sant’Anna il contenuto di sodio è stranamente sceso ad ogni rilevazione.(http://www.acqua2o.it/labelitalia/cimebianche/cimebianche.htm)
Infine ho trovato qualcuno che pochi mesi fa ha fatto la tua stessa analisi, confrontando anche i prezzi (http://www.ilfattoalimentare.it/acqua-minerale-santanna-contro-carrefour-azienda-imbottigliatrice-leggerezza-cambia-prezzo-sfiora-30-piu.html)
(Ah, se avessimo acquedotti decenti, quanto tempo in più avrebbe tanta gente!)
Silvia
@silviaC: vedo che non sono l’unico pazzo a questo mondo :-)
(tra l’altro c’è la storia dell’acqua di Lurisia, che quando ero giovane si vantava di essere radioattiva. Dopo Cernobil, chissà come mai non se ne parla più…)
In generale le acque del nord sono poco mineralizzate, tranne se non ricordo male la San Pellegrino; quelle del centro invece sono molto più mineralizzate e possono essere effervescenti naturali. Confesso di non conoscere le acque del sud Italia; in compenso quando andai in Croazia scoprii che lì imbottigliano acque con residuo anche di 4 grammi per litro (!)
A questo proposito consiglio questi due articoli, per me illuminanti, di Dario Bressanini:
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/02/24/un-economista-al-supermercato/
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/05/16/stessa-crema-prezzi-diversi/
A leggere bene le etichette dei prodotti si fanno scoperte notevoli sul marketing!
@all: io sono un ex-chimico, e per deformazione professionale guardo sempre l’analisi chimica. Full disclosure: ho fatto nella mia vita precedente analisi di acque.
Vi dico due cosine da guardare sempre:
nitrati/nitriti: se presenti sono sintomo di un problema. I casi sono due: inquinamento da fertilizzanti (caso più comune) oppure decomposizione di animali morti in falda od in acqua. Estremamente raro (in Italia) il caso in cui derivino da giacimenti di sali.
cloro: sospetto di fonti inquinanti molto forte.
A questo punto sono curiosa io di sapere se ho fatto bene, tre anni fa, a mettermi in casa un apparecchio per l’osmosi inversa (lasciando stare il fatto che poi la ditta venditrice e il venditore fisico sono spariti nel nulla, dopo essersi… bevuti i nostri soldi per l’assistenza decennale, e costringendoci a chiederla a un’altra ditta che si è rivelata… il produttore dell’apparecchio). Insomma, uno di quegli aggeggi con le membrane, dato che vivo in una zona con una forte presenza di arsenico. L’acqua che beviamo ora è buonissima, per non parlare dei pesi che non dobbiamo più trasportare e della plastica che non dobbiamo più gettare; perfino il caffè e il tè che si bevono in casa mia strappano complimenti, e non è per la marca delle miscele. Ma è anche sana?
@isa: ammesso e non concesso che l’apparecchio ad osmosi inversa sia in perfetta efficienza (richiede una certa attenzione), questo di fatto garantisce che (dei sali inorganici) siano, dopo la filtrazione, al più ad una concentrazione C, strettamente maggiore di zero ma più bassa di una tipica concentrazione di partenza.
Nel caso particolare dell’arsenico bisogna sottolineare una serie di trabochetti: con gli ossidi (ha vari stati di ossidazione) il pH tende a scendere, ed al di sotto di un certo valore l’osmosi non funziona più (ma te ne saresti accorta anche a gusto se fosse il caso…). Nel caso dei solfuri ci sono una serie di sfighe che non cito, ma che alla fine peggiorano il rendimento del filtro.
Alla fine la mia risposta è la seguente: l’acqua che bevi è più sana di quella del rubinetto (purché la macchina sia in buone condizioni operative).
L’avvelenamento da arsenico comunque ha una sintomatologia piuttosto semplice da discriminare, non è subdolo come il mercurio od il cadmio.
@mestesso: grazie molte per la risposta. Sull’efficienza dell’apparecchio posso solo dirti che da quando lo abbiamo installato gli interventi di controllo e manutenzione previsti sono sempre stati fatti, anche se ovviamente, non essendo un tecnico, non potrei dire con quanta competenza. A occhio direi buona, ma appunto, è il mio occhio di profana. Di certo il gusto non è cambiato, da quando ce l’abbiamo. Ma quali sono, i sintomi di possibile avvelenamento da mercurio a cui dovrei in teoria fare attenzione…? Grazie in ogni caso, comunque, di cuore.