Sembra impossibile, ma esistono (esistevano) ancora Grandi Vecchi della fantascienza. Lunedì, alla bella età di 94 anni, è morto Frederik Pohl. Gli amanti della fantascienza eroica si ricorderanno sicuramente dei libri scritti in coppia con Cyril M. Kornbluth (uno dei pochi che, poverino, è morto giovane) negli anni ’50; gli amanti della fantascienza classica sapranno che nel 1977 il suo La porta dell’infinito, primo libro della saga degli Heechee, ha fatto il grande slam vincendo il Premio Hugo, il Premio Nebula, il Premio Campbell ed il Premio Locus (e dite poco); il tutto mentre fondava le riviste di fantascienza Galaxy e If, e con quest’ultima vinceva per tre volte di fila lo Hugo.
Quello che non sapevo – ma magari avrei dovuto immaginare, visto il suo ruolo di editor – è che amava scrivere in collaborazione; con Jack Williamson (un altro mostro sacro, morto a 98 anni…) aveva scritto la saga dei Fantasmi dello spazio, mentre nel 2007 aveva preso gli appunti di Arthur Clarke e li aveva rimessi insieme per scrivere The Last Theorem, che mi sa dovrò leggermmi.
Direi che ora i più grandi vecchi sono Niven-Pournelle, Gene Wolfe e Harlan Ellison, o sbaglio?
Ultimo aggiornamento: 2013-09-04 07:00
Mi permetto di segnalarti:
http://ilcomizietto.wordpress.com/2013/07/22/libro-lultimo-teorema/
Invece consiglio a tutti “La porta dell’infinito.”
Mi vergogno invece della mia ignoranza degli autori da te citati, che però, se non erro, non sono molto diffusi nelle librerie italiane.
@nicola: i nuovi “grandi vecchi” o quelli morti? Tra i primi ti consiglierei di leggere soprattutto le vecchie opere della coppia Niven-Pournelle; Ellison è uno Sgarbi in salsa USA e Wolfe almeno per quanto mi riguarda è molto disuguale. Williamson è invece stato un’icona, credo abbia pubblicato racconti SF in ogni decenno dagli anni 1920 agli anni 2000 :-)
(insomma L’ultimo teorema è più clarkeiano dell’ultimo periodo? peccato. Tra l’altro non sapevo l’avessero tradotto, si vede che ormai leggo poca sf)
@.mau.
Clarke, Pohl e Asimov (che non era tanto vecchio quando è morto) li conosco bene…
Degli altri (Niven, ecc) probabilmente ho letto qualcosa in qualche antologia. Se li ho letti, non mi sono rimasti in testa i nomi.
La coppia Niven-Pournelle (quest’ultimo lo stimo di più per i contributi sulla rivista Byte nella rubrica Chaos Manor che non per i libri SF) è da leggere solo nelle prime opere: la qualità è costantemente scesa con l’andare del tempo e siamo vicini alla spazzatura oggidì.
Ellison è a volte molto bravo a volte mediocre. Williamson molto bravo. Mi devo impegnare con Wolfe…
@mestesso: Pournelle sui Byte dei primi anni ’80 faceva più che altro un blog ante litteram :-) (comunque sì, non leggerei nulla di loro degli ultimi trent’anni)
Pohl era un grande, soprattutto nelle sue collaborazioni con altri grossi nomi della fantascienza. Niven è buono da solo; le collaborazioni con Pournelle sono così-così. Ellison è tremendamente incostante, quel tipo di scrittore capace di far seguire una ciofeca mostruosa a un capolavoro. Su Gene Wolfe non so dire, perché non l’ho letto. Quanto ad Asimov, era un grande, ma gli ultimi anni, prima di morire, si era lasciato un po’ andare a logiche commerciali (“serializzando” opere di per sé autoconclusive unendole con opere un po’ forzate e trovandosi così a dover sistemare troppi dettagli che non collimavano da un ciclo all’altro). Clarke era un mostro sacro, poco da dire, e con lui la fantascienza “hard”, cioè l’avventura unita alla tecnologia, ha raggiunto alte vette ineguagliabili. Williamson, anche lui, come Asimov alla fine della carriera si era lasciato andare a logiche di spietata editoria mangiasoldi, ma le sue prime opere erano incredibili. E di quel genio indiscusso che è Jack Vance (non so se è ancora vivo) non vogliamo parlare?
@Gareth: Vance è morto a fine maggio (e non me n’ero nemmeno accorto :-( )
Vance è morto quest’anno a maggio, anche lui in tenera età (96 anni).
E ha una produzione di livello buono e costante che gli perdono anche di avere scritto quella ciofecata che è la trilogia di Lyonesse :-)
Acc… me l’ero persa. Del resto Vance era malato da tempo.
@mosk: de gustibus… A me la trilogia di Lyonesse è piaciuta come il resto della sua produzione (compresa la trilogia del pianeta Cadwal, di cui nessuno parla mai, ma che secondo me è all’altezza della pentalogia dei Principi Demoni). Solo un paio di romanzi della sua ultima produzione prima di ammalarsi sono un po’ sotto tono.
Direi che Ursula K. Le Guin è meglio della somma di tutti quanti. Purtroppo è anche molto vecchia.
Ci siamo dimenticati qualche mostro sacro per la strada. Robert Heinlein, Edmond Hamilton, una scrittrice nota con lo pseudonimo maschile James Tiptree jr. (molto sottovalutata e poco famosa), quel pazzo visionario (in senso buono) che era Philip Dick, Poul Anderson – e altri che al momento mi sfuggono.
Qualcuno ha detto E. E. “Doc” Smith?
Naaaaaaaaa. Non era all’altezza. La sua fantascienza era tutta basata sul fatto che chi costruisce le armi più grosse vince la battaglia, e i suoi libri sono un’escalation di armi inverosimili, trama zero, personaggi zero, dialoghi ridotti all’osso.
@barbara: la mia (invero limitata) esperienza mi fa a questo punto catalogare Ursula K. Le Guin come “narrativa di genere”.
(senza contare che è più fantasy che fantascienza)
@Harry: stavo parlando di Grandi Vecchi rimastici. Heinlein Dick e soci sono forse risorti? Anche perché – come sa chi legge i miei raccontini di fantascienza – il mio Vero Mito è Fredrick Brown :-)
(“Doc” Smith, come del resto Burroughs e Campbell, sono la pre-fantascienza. Secondo me, prima del 1940 non si parla di fantascienza vera e propria).
@.mau.: per me il primo (storicamente parlando) autore di fantascienza (o proto SF) è Jules Verne. Per tracciare una linea però bisognerebbe definire meglio i criteri di scelta, per quanto siano sempre arbitrari.
Lo so che parlavi dei sopravvissuti; mi stavo riallacciando ai discorsi più generalisti dei commenti. Sopravvissuti della vecchia guardia? Be’, ci sarebbe una “vecchia guardia” un po’ più giovane, come David Brin, Greg Benford, Roger MacBride Allen e altri.
Ben Bova ha ottant’anni. Si può considerare un grande vecchio?
@Stefano: direi di sì.
@Stefano
Imperdonabile: mi sono dimenticato Ben Bova! E sì che non solo è vivo, ma scrive ancora!
e Frank Herbert non vi piacque?
Robert Silverberg (78 anni) è troppo giovanotto per essere considerato nel mucchio?
(peraltro a me non piace molto come scrive)
pensavo Silverberg fosse morto :-)
Concordo con Barbara. È ‘solo’ del 29, ma ti manca Ursula Le Guin.
@Luca Sironi:
Herbert ci piacque, ma ha due difetti:
– è morto
– è morto giovincello, a 65 anni
per cui non possiamo metterlo nella classifica dei grandi vecchi, a meno che qualcuno intervenga con pratiche Vudù