L’altra settimana ero a Chiavari. La mattina di domenica 25 sono sfuggito per qualche istante alle grinfie familiari e sono andato a prendermi un cappuccino (qui, per la cronaca) e comprare il giornale (La Stampa, per la cronaca: la mia sabaudità ogni tanto spunta).
Prendo il quotidiano, pago, faccio per uscire ma il giornalaio mi ferma, tenendo in mano un foglietto plastificato e dicendomi “un momento, oggi con la Stampa c’è questo in omaggio!”. Dimostrando un’incredibile capacità reattiva dei miei neuroni nonostante l’ora appena postlucana, gli rispondo “no, grazie: io e il calcio non andiamo proprio d’accordo”. Ero riuscito a intuire che il foglietto era un calendario del campionato di calcio che era appena iniziato. Il giornalaio ha commentato “è già il secondo stamattina che non lo prende”. Fine dell’aneddoto.
Mi piacerebbe poter dire “oh, finalmente il calcio non è più l’unico pensiero dell’italico maschio (e di molte italiche fanciulle)”, ma vedendo i paginoni con le quotazioni del fantacalcio su Repubblica mi sa che non sia ancora così…
Ultimo aggiornamento: 2013-09-03 15:10