Grazia e Fonzie

Nappy mi ricorda quello dei primi tempi. Il comunicato “Salvate il soldato Berlusconi” non dice assolutamente nulla che non sia completamente scontato. Se volete, la cosa più interessante è che affermi esplicitamente che si stia parlando di Silvio, a parte la stoccatina quando accenna al «turbamento e preoccupazione per la condanna a una pena detentiva di personalità che ha guidato il governo ( fatto peraltro già accaduto in un non lontano passato )» :-)
Naturalmente, proprio perché non dice nulla che non sia completamente scontato, ognuno tira l’acqua al suo mulino. Stavolta mi sono divertito a leggere i titoli a caldo dei giornali vicini all’ex PresConsMin, che sono fotocopiati. Libero titola «Napolitano a Berlusconi: “La sentenza va rispettata, ma se mi chiede la grazia..”», mentre il Giornale, che in questo frangente storico usa una terminologia meno popolare, ha invece «Napolitano apre a Berlusconi: “Non ho ricevuto domanda di grazia”».
Facciamo pure finta di non notare che secondo Napolitano occorre un «esame obbiettivo e rigoroso» e leggiamo la frase seguente: «per verificare se emergano valutazioni e sussistano condizioni che senza toccare la sostanza e la legittimità della sentenza passata in giudicato». Detto in altre parole, Berlusconi dovrebbe chiedere la grazia e inoltre riconoscere che la sentenza è stata legittima. Mettetevi ora la mano sulla coscienza e ditemi quanto scommettereste che Silvio accetti di ammettere di essere colpevole…
Intendiamoci, non penso che il presidente della Repubblica potesse dire altro, anche perché altrimenti la guerra civile ci sarebbe stata lo stesso, e per una volta mi sa che non sarebbero stati i soliti girotondisti: ma mi pare davvero strano che i quotidiani a Lui (nel senso di Silvio, non di Re Giorgio) vicini si siano appigliati a quella frase. Vogliono forse davvero fare le colombe?
Aggiornamento: (14 agosto) non è vero che Nappy abbia detto il nulla. Mi era sfuggito questo passaggio: la frase da me citata sopra termina con «[…]possono motivare un eventuale atto di clemenza individuale che incida sull’esecuzione della pena principale» (grassetto mio). È vero e lapalissiano che non avrebbe mai potuto parlare di cosa fare sulle pene accessorie, per l’ottima ragione che non sono ancora state definite. Ma non è lapalissiano il fatto che abbia aggiunto la parola “principale”. Poteva far finta di nulla, e invece ha detto “se il giudice d’appello comminerà un’interdizione, quella resta”. Dite niente.

Ultimo aggiornamento: 2013-08-13 22:45