ascensori pigri

Non so se sia a causa del fatto che il palazzo del mio nuovo ufficio sono in realtà due palazzi adiacenti, ma rispetto al singolo ascensore della vecchia sede qui ne abbiamo una pletora: mi pare di averne contati otto, con pertanto un’ampia scelta.
Stamattina ho preso uno dei due più vicini al mio open space per scendere a prendere un caffè. Schiaccio il pulsante -1, questo si accende ma si spegne non appena tolgo il dito: l’ascensore, inutile dirlo, non si muove. Ci riprovo un paio di volte: nulla. Essendo io un empirista nato (e mio figlio deve avere preso da me), schiaccio il pulsante 0: l’ascensore parte tranquillamente e mi porta al piano terra, rifiutandosi però di scendere ancora manco fosse prodotto dalla Syrius Cybernetic Corporation. L’ultimo piano me lo sono fatto a piedi e ho poi preso un altro ascensore per risalire, ma mi chiedo perché solo quel piano era verboten…

Ultimo aggiornamento: 2013-07-22 13:51

9 pensieri su “ascensori pigri

  1. Raab

    E’ il modo assurdo che va di moda ultimamente per programmare gli ascensori, in nome di un “risparmio” più apparente che reale. Ce ne sono ben 3 nel mio posto di lavoro, coi loro bei display che indicano la posizione della relativa cabina. Schiacci il pulsante per indicare che vuoi andare su, e loro rimangono inchiodati dove si trovano, con uno al quarto piano, uno al quinto e uno che visualizza una L sbiadita sul display e manco sai che fine ha fatto. Allora schiacci anche la chiamata per andare in giù, e alla fine uno degli ascensori si decide a scendere; solo che tu vuoi andare in su e quello continua a scendere, portandoti a fare un giro turistico nel seminterrato prima di capire che tu volevi salire. Riguardo agli ascensori, come anche alla telefonia, io sono decisamente per un ritorno alla tecnologia anni ’70.

  2. .mau.

    @Raab: mah, visto che stamattina alle 9 l’ascensore funzionava ancora non penso sia così :-)

  3. CavalloRazzo

    Con un matematico a bordo, temeva di doversi recare ad un piano immaginario…

  4. Stefano

    Io credo di sapere perchè non è andato al meno uno. Però è una cosa lunga da spiegare. Se la tua curiosità è troppo forte, hai il indirizzo email. Erudisco volentieri. (gli ascensori mi danno da mangiare) ciao

  5. Marco B. Rossi

    In realtà la spiegazione è semplice, è un ascensore della Peano Elevators Company i cui ascensori sono programmati con queste tre semplici Leggi dell’Ascensoristica:
    – Zero è un piano
    – Ogni piano ha un piano successore
    – Zero non è il successore di alcun piano.
    Il piano -1 non è quindi previsto dalla logica dei microcontrollers della Peano Elevators Company. E’ anche ovvio i piani non possono essere infiniti, a causa delle limitazioni strutturali legate alla statica degli edifici. Ma si sa che i fisici sono gli Oompa Loompa della matematica, e non fatemi parlare degli ingegneri.

  6. Michele Michelotto

    soprattutto ci interessa come bypassare questi blocchi magari con combinazioni di tasti ;-)

  7. Stefano

    Copio qui la risposta che ho inviato al tenutario. È un po’ lungo e me ne scuso.
    Allora, si possono fare due ipotesi, dipende dall’età dell’ascensore.
    Se ho capito bene, ne avete due o tre affiancati. Se è così, i quadri di controllo degli impianti lavorano probabilmente in batteria, In maniera simile ai sistemi seriali che prevedono master e slave. Se poi è roba con meno di una ventina d’anni, con controller a microprocessore, è proprio la stessa cosa.
    Forse già lo sai, che gli ascensori in batteria, oppure quelli che lavorano da soli servendo molti piani, funzionano a prenotazione. Memorizzano le varie chiamate dai piani e dalla cabina e le accodano in modo da fare un minor numero di corse con cabina vuota. Se il quadro è antico, ci sono almeno tre relays per ogni piano servito, uno per la prenotazione dall’esterno in discesa uno per quella in salita e uno per i comandi di cabina.
    Se uno di quei relays rimane magnetizzato anche senza alimentazione, magari quello della chiamata esterna al piano -1, dalla cabina non riesci ad attivare il comando per andare al -1, perchè il corrispondente relay non può eccitarsi se prima non cade quell’altro.
    Quindi, la prima ipotesi è questa. Se l’ascensore è vintage, tu spingi il bottone, il relay si eccita con solo la corrente della manovra e si accende la lucetta, quando stacchi il dito dal pulsante, il relay cade perchè l’altro è rimasto attivo, la lucetta si spegne e la cabina non si muove.
    Se l’impianto è controllato da un microprocessore, cambia l’hardware ma il principio è lo stesso.
    Tutto il sistema è gestito da un software PLC, che sostituisce le lunghe schiere di relays dei vecchi quadri. Un master prende tutti i comandi provenienti sia dall’interno delle cabine che dai vari piani, decide come fare meno strada e distribuisce agli slave, e alla cabina controllata direttamente, gli ordini di muoversi secondo la programmazione che ha ricevuto. Tutti i comandi, sia che arrivino da una linea seriale che da una normale, devono passare comunque dalla scheda madre della CPU. Come tutte le schede madri, da qualche parte nel circuito c’è sempre un piccolo condensatore che decide di tenere per se l’energia che ha ricevuto invece di ridarla indietro. Se poi quel condensatore è sugli ingressi che arrivano dai pulsanti, può capitare che tenga inattivo magari quello del -1 in cabina, così tu lo premi, ma la CPU non sente l’impulso e non da’ l’ordine di partire. Prima o poi il condensatore si scarica e tutto torna normale.
    (questa parte è, più o meno, come l’hanno spiegata persone più addentro di me all’elettronica ed è semplificata per far digerire anche ad un vecchio ascensorista come me l’avvento dell’informatica nel nostro settore)
    Oh, naturalmente questa è solo l’ipotesi più probabile, basata sull’episodio che hai raccontato.
    Ci sono anche altre possibili spiegazioni, però sono meno probabili e dovrei avere più informazioni.

  8. maxxfi

    Mah, io dico che l’ascensore è stato programmato apposta per scoraggiare quelli che pensano di andarsi a prendere un caffé.

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