Ieri il Buongiorno di Massimo Gramellini raccontava quella che poi si è saputa essere la bufala del commissario alla maturità che si è sentito chiedere di far bocciare il figlio perché altrimenti non avrebbe potuto fare il cameriere in pizzeria. Io tendo a evitare di leggere i giornali, quindi non avevo capito che la bufala era presente su vari giornali: avevo semplicemente visto il link postato da qualcuno e creduto fosse una delle solite provocazioni di Gramellini.
Saputo il tutto, stamattina sono andato apposta a vedere cosa avrebbe scritto: devo dire che se l’è cavata bene. Non tanto per scrivere subito di essere “dell’agenzia Pirla”, né per la frase finale «Continuerò a coltivare la mia ingenuità: fa comunque meno danni del cinismo» (ueh, stiamo parlando del Gramellini, se non mi aspettassi un po’ di retorica vivrei in un altro pianeta). È però riuscito a dire che ha sbagliato, e cosa avrebbe dovuto fare, e non si è nascosto dietro un dito. Non è così banale, in mezzo a gente (non solo giornalisti, e nemmeno politici, e direi neppure solo italiani) che per prima cosa inizia a dire che è stata fraintesa, che le cose sono diverse da come sembrano, che le cavallette. Quindi, tanto di cappello.
Ultimo aggiornamento: 2013-06-28 10:23
Oltre ad essere d’accordo con la notiziola, ho apprezzato la citazione delle cavallette. :-)