Ho fatto un grave errore. Ho commentato da Mantellini, argomentando che per me la democrazia diretta non può funzionare. (Chi mi conosce sa che io ho dei dubbi sulla democrazia tout coutr: però nel caso della democrazia diretta i miei dubbi sono corroborati dalla matematica)
L’errore non è ovviamente nelle discussioni che sono seguite lì, discussioni previste; il fatto è che dopo meno di ventiquattr’ore mi è arrivata da G+ la segnalazione che il Partito Democrazia Diretta mi ha aggiunto alle sue cerchie.
Non capisco bene la logica di seguire uno che ha appena affermato di non concordare con l’assunto di base messo già nel nome; ma in effetti se uno ci pensa su non ha nemmeno senso mettere “partito” e “democrazia diretta” nella stessa frase: da questo punto di vista il MoVimento 5 stelle perlomeno è coerente :-)
Ultimo aggiornamento: 2013-06-13 11:56
Già non mi pare che ci sia una definizione di “democrazia” figuriamoci di “democrazia diretta”, considerando o meno antichi maschi padroni di schiavi.
Però mi pare che la critica matematica che usi parta non da tale definizione (semmai fosse condivisa) ma dall’idea che la democrazia diretta si possa avere in un solo modo in cui ciascuno esprime a tutti la/le sue idee.
“Diretto” dovrebbe solo voler dire che non c’è una scelta di rappresentati in numero fortemente inferiore a quello dei potenziali decisori ma non dice molto sulla tecnica con cui viene raggiunto il consenso e neppure illumina su cosa si intenda con consenso. O no?
Es. se tutti possono rispondere al solito web quiz non c’è intermediazione attraverso i rappresentanti, quindi mi pare giusto parlare di una forma di democrazi* diretta. Poco rileva che la tecnica non preveda nessuna discussione o che il risultato del quiz non produca effetti.
@bubboni: se non servono intermediari non serve una struttura di partito, ribadisco. Come ho scritto, parlare di movimento o moVimento nel caso della democrazia diretta può essere stupido (a parere mio personale) ma non illogico (a parere oggettivo)
@.mau.: boh, forse. “Serve” presuppone un fine che non conosco e che, probabilmente, non mi interessa.
Però volevo solo capire se la critica matematica è alla democrazia diretta (comunque definita) o ad una specifica tecnica di democrazia diretta (che pare implicitamente definita) scelta tra le mille che esistono o che esisterebbero.
Se per “democrazia diretta” si intende “tutti decidono tutto dopo aver studiato la questione e le varie possibilità”, matematicamente si può dimostrare che non è scalabile col numero di persone. Se si intende qualcos’altro (chessò “tutti decidono quello che interessa loro”), la matematica non mette becco.