Molti dei miei ventun lettori lo sanno già: io a Prodi gli voglio bene. Non credo sia un grandissimo politico; ha sicuramente fatto degli errori marchiani anche come economista, come per esempio il suo primo periodo all’IRI; più che un trascinatore di folle è un sonnifero naturale. Però io sarei contento se diventasse presidente della Repubblica. Sarei contento perché non ha mai partecipato alla gara a chi grida di più che è diventata il motivo guida di quella impropriamente chiamata “seconda Repubblica”; perché dopo aver visto l’attuale governo di “economisti” ho capito che questa gente non ne sa comunque nulla; perché visto il panorama politico italiano ci dobbiamo far bastare i politici medi.
Detto questo, ho paura che fosse l’unica scelta possibile in questo momento per un Bersani che si doveva essere bevuto il cervello a cercare delle “larghe intese” senza nemmeno avere i vertici del partito con lui, e non parliamo degli elettori di sinistra. Prodi da questo punto ha un vantaggio enorme: ricompatta immediatamente la base (i vertici probabilmente no, ma in questo momento sono così deboli che hanno persino paura della loro ombra). Ricompatta la base perché dire Prodi significa dire no a Berlusconi. Naturalmente significa anche ricompattare la destra: stamattina mentre stavo comprando il giornale ho sentito un vecchietto dire a un suo amico “Prodi, quello che ci ha rovinati con l’euro” (qua partirebbe tutto un altro pippone economico, ma vorrei farlo in un altro post)
Cosa succederà ora? Se ho ben capito, Prodi verrà già votato nel terzo scrutinio, nonostante sia chiaro che i due terzi non ce li avrà. Questo lo sanno tutti: serve solo per iniziare a contarsi. È vero che i maldipancia di alcuni piddini potrebbero uscire al quarto scrutinio dopo aver dato l’illusione di farcela, però quello sarebbe un suicidio politico ancora peggiore; quindi piuttosto lo bruceranno adesso. Monti ovviamente non vuole Prodi e tenta la carta Cancellieri (che io avevo previsto a suo tempo :-) ma in condizioni diverse), e Berlusconi sembra tentato di votare per lei: cosa che mi fa pensare che anche Rodotà gli sia davvero inviso. I pentastellati? boh. A parole continueranno a votare per Rodotà, ma probabilmente qualcuno nel segreto dell’urna cambierà cavallo, con la scusa che in fin dei conti alla loro base un pochettino Romano piaceva. Vedremo stasera che succederà: ma poi ne vedremo comunque delle belle, anche se non credo proprio che in caso di vittoria di Prodi Silvio metterà in pratica la sua minaccia di andare all’estero, né Giuliano Ferrara quella di buttarsi dalla Torre Velasca.
Ultimo aggiornamento: 2013-04-19 10:06
“cosa che mi fa pensare che anche Rodotà gli sia davvero inviso”
Era ironico, vero? Se leggi certe interviste di Rodotà, più che “inviso” direi che “odiato” è molto più appropriato :-).
Io a Prodi voglio bene perché mi ricorda suo fratello Giovanni. Sì, lo so che non è una buona ragione, ma al cuore non si comanda.
@mestesso: .mau. preferisce “inviso” a “odiato” perché è persona colta che sa usare con pertinenza termini desueti.
@Barbara: inviso è sì desueto ma nella mia (personale?) opinione < odio, o se preferisci, un odio meno grave dell’odio. La radice del resto è quella di “malvisto”. Non sono della Crusca, ma secondo me è un termine con un contenuto semantico più bonario :-).
Forse è un omaggio al mortadellone, sempre molto mellifluo nell’utilizzo del lessico.
@mestesso: e di un mughiniano «aborrito» che ne pensi?
oh, giusto per specificare: io a Romanone continuo a volergli bene, anche se non so che cosa se ne farà lui. Continuo a chiedermi perché il PD (occhei, quelli del PD che l’hanno votato) non l’abbia votato già al mattino…
.mau., già all’una e mezza i miei colleghi del PD sapevano che Prodi non aveva alcuna chance di passare… giravano già discorsi tipo “beh dai, ma se ne prende 450 comunque si può insistere” (alla fine ne ha presi 395, un disastro)