“inibito per policy aziendali”

Come penso capiti in molte aziende italiane, dall’ufficio non posso accedere a tutta internet: alcuni siti sono irraggiungibili, e se provo a cliccarci su finisco su una pagina interna dove campeggia l’avviso «L’indirizzo richiesto è inibito per policy aziendali.» (aziendali: plurale, sì) Per un po’ venne bloccato anche YouTube, poi evidentemente alcuni in alto in gerarchia decisero che non era il caso; sicuramente sono bloccati siti come dropbox (sigh) e 4shared, immagino per non scaricare software sui computer di lavoro. Altri siti non so: confesso che non ho mai provato a vedere che succede con youporn o anche solo chatroulette.
In questi giorni succede anche che la voce di Wikipedia su Telecom Italia sia sottoposta al cosiddetto “vaglio”: una procedura con cui la comunità wikipediana decide se la qualità della voce è tale da poterla “mettere in vetrina”, definirla cioè davvero ben fatta. Stavo dando un’occhiata per correggere qualche minuzia, tipo collegamenti multipli a distanza di poche righe, quando ho notato la frase «Nel maggio 2007 Telecom Italia vince il Premio Big Brothers Award come peggiore azienda privata in fatto di riservatezza dei dati» con link relativo (sì, Big Brothers al plurale, e “premio” in corsivo). Il link però era genericamente messo al sito, e anche il titolo – generato automaticamente – era sbagliato: così mi sono detto “andiamo su quel sito, e cerchiamo il titolo corretto”. Risultato? scopro che winstonsmith.info è “inibito per policy aziendali”. Posso essere un po’ cattivello e immaginare che qualcuno abbia bloccato il sito per ripicca?
(p.s.: detto tra noi, quella “notizia” non mi pare di chissà quale importanza da meritare di essere riportata: sullo scandalo privacy sono già giustamente presenti informazioni molto più dettagliate e di fonti più note. Però per ovvie ragioni io non posso mica toglierla :-) )

Ultimo aggiornamento: 2013-04-16 10:59

7 pensieri su ““inibito per policy aziendali”

  1. mestesso

    L’azienda per la quale lavoro attualmente a contratto, superbacchettona visto che filtra siti di tutti i tipi non oscura winstonsmith, il che mi fa lecitamente supporre sia effettivamente una ripicca.
    Il link giusto è http://bba.winstonsmith.org/bbai2011.html, da dove copincollo per completezza:
    Venerdi’ 20 maggio e’ terminata la raccolta delle nomine per il Big Brother Award Italia 2011.
    Quest’anno il meccanismo di assegnazione del premio e’ stato modificato, perche’ saranno direttamente i partecipanti al convegno a votare per l’assegnazione dei premi.
    Uno dei premi dovrebbe essere assegnato direttamente alla fine del periodo di nomine; e’ il premio “Lamento del Popolo” destinato a chi riceve piu’ nomination.
    I votanti hanno pero’ creato una situazione in cui ben tre nominati sono a pari merito, si tratta di:
    – Facebook
    – Ministero dell’Interno
    – Telecom Italia
    Per questo motivo, dato il massiccio ex-aequo (e le risicate risorse degli organizzatori) quest’anno il trofeo “Lamento del Popolo” non verra’ assegnato; le motivazioni delle nomine saranno comunque discusse durante la cerimonia.
    Per le tre categorie rimanenti del premio viene oggi annunciato l’elenco dei nominati.
    Per la “Peggiore azienda privata”, assegnato alla società privata che abbia danneggiato maggiormente la privacy, sono stati nominati:
    – Apple Computer
    – EcoPost
    – Facebook
    – SicurNet
    – Sony
    – Telecom Italia
    Per il “Peggiore ente pubblico”, assegnato all’organizzazione pubblica (ente governativo, ente pubblico, authority, etc.) che ha danneggiato maggiormente la privacy, sono stati nominati:
    – Comune di Rosolina
    – Governo Italiano (per il Registro delle Opposizioni)
    – Ministero dell’Interno
    – Posta Certificata governativa (PEC/CEC-PAC)
    Come “Tecnologia più invasiva” per una tecnologia che sia stata particolarmente dannosa per la privacy, sono stati nominati:
    – Sistema telecamere IMOB – ACTV Venezia
    – CDN Akamai
    – Dropbox
    – Facebook
    – GPS tracking
    – Smartphone

  2. .mau.

    @mestesso: no, il link indicato in quel punto (con tutta la storia della privacy) è proprio quello del 2007 dove Telecom vinse a man bassa (25 segnalazioni su 30).

  3. un cattolico

    @.mau.: La mia di azienda se non sei almeno quadro e non hai “evidenti” esigenze di servizio per cui non puoi far a meno della Rete (oltre che della pur ben fatta Intranet con software proprietari annessi) dà accesso ad un numero a dir poco esiguo di siti, tra cui Google Maps e tutti i siti istituzionali… Ma poco altro!
    P.s.: “policy aziendali” è scelta raccomandata da fior di linguist,i che invece avrebbero da ridire se il vostro sistemista optasse per “policies aziendali”. Ma sono sicuro che già lo sai, però evinco che non t’hanno convinto :)

  4. .mau.

    @un cattolico: per me i prestiti dall’inglese sono invariabili, non mi sarebbe mai venuto in mente di scrivere “policies” (e dopo quello che ho visto negli anni ’90, nemmeno di tradurlo come “politiche”: al più “norme”)

  5. un cattolico

    Ah concordi, ok! Non ho capito il senso che volevi dare alla parentesi in cui confermavi “aziendali”…

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