Qualche anno fa Steven Strogatz ha tenuto una rubrica settimanale sul New York Times (ehm…) raccontando della matematica di base in termini non matematici ma più terra terra. A partire da quegli articoli ha poi scritto questo libro (Steven Strogatz, <a href="The Joy of X : A Guided Tour of Math, from One to Infinity, Eamon Dolan 2012, pag. 336, $27, ISBN 9780547517650), che in ventinove brevi capitoli, riuniti in sei sezioni (numeri, relazioni, forme, cambiamenti, dati, frontiere) permette al lettore curioso di farsi un’idea non scolastica di cosa può essere la matematica.
A parte i titoli “musicali” dei capitoli – io ho notato immediatamente Take It to the Limit, Step Into the Light, Twist and Shout, ma il capitolo che parla di moltiplicazione per esempio si intitola Rock Groups – il libro mi è piaciuto proprio per questo suo approccio non standard, più interessato a far vedere la matematica al nostro fianco che a spiegare come funziona. Tanto che funziona lo sappiamo tutti, no? Al limite non la sappiamo far funzionare, ma in un certo senso questo è secondario. Ecco: invece che mettersi a parlare della bellezza della sua matematica o della sua utilità, cose che in effetti dopo un po’ cominciano a stancare, è bello vedere parlare per una volta della normalità della matematica: con le sue idiosincrasie, certo, ma chi di noi non ha qualche tic? Un’altra sezione che di solito viene snobbata ma in questo caso merita davvero è la bibliografia ragionata: non una semplice serie di (bei) testi, ma anche una spiegazione di cosa ci potete trovare. Strogatz non è il primo a fare qualcosa del genere, ma è sempre bello trovare qualcuno che lo faccia.
Se sapete abbastanza bene l’inglese, cercatevi il libro; so che ne esiste anche una traduzione in spagnolo, mentre mi è stato detto che la traduzione italiana è in corso d’opera: insomma, al limite potete provare ad aspettare qualche mese.
P.S.: ho tradotto alcune frasi del libro che mi sono particolarmente piaciute: le potete vedere sul Post.
Ultimo aggiornamento: 2021-12-24 15:00
Ah .mau., sei troppo impaziente! Qualcuno ha pensato a tradurlo in italiano, e visto che è veramente un bel libro si sono rivolti a un traduttore di prima grandezza, che conosci e che sta commentando questo post. ;-)
Oltre a quello che dici, m’è piaciuto il fatto che il testo è accessibilissimo a tutti, ma poi le note e i riferimenti bibliografici permettono approfondimenti interessanti anche sapendo buona parte di quello che racconta Strogatz.
@daniele: ottima notizia :-) Ho emendato il post: tra l’altro una cosa che mi ero dimenticato di scrivere, e che ora ho aggiunto, era proprio la bellezza della bibliografia ragionata.
È consigliata la versione cartacea o Kindle (et al)?
non essendoci troppe formulacce, direi che vanno bene entrambe. Quella elettronica è forse un po’ più scomoda per i rimandi in bibliografia, visto che ce ne sono molti.
@Daniele, posso chiederti come sei diventato traduttore di letteratura scientifica? È qualcosa che mi ha sempre attratto.
PS, ho appena finito di leggere “Sync” di Strogatz e mi chiedevo se ne esiste una traduzione italiana.
Ma la matematica ha idiosincrasie nel senso italiano di “antipatie” o di quello inglese di “peculiarità”? ;-)
@licia: con le cose che non piacciono al lettore, quindi nel senso italiano del termine (altrimenti avrei usato direttamente peculiarità)
Accidenti, non me ne ero nemmeno accorta, della differenza di significato. Non si finisce mai di imparare…