In ufficio ho una stazione meteo made in Lidl. Niente di che, segna la temperatura interna ed esterna (con apposito sensore) e l’ora. Martedì torno in ufficio e mi accorgo che l’orologio non si è sincronizzato con l’ora legale. Niente di strano: dentro l’open space ci sono troppe apparecchiature elettroniche e il segnale radio da Francoforte non arriva mai. A pranzo così faccio la solita operazione: faccio partire la richiesta manuale di aggiornamento, metto la stazione sul poggiolo esterno, e me ne vado a mangiare. Al ritorno riprendo la stazione: effettivamente aveva riconosciuto l’ora legale e già che c’era aggiustato l’orologio, che non è esattamente dei più precisi. Tutto bene? Quasi. Invece che segnare il 2 aprile, indicava il 22 aprile. Martedì, poi, il datario era “regolarmente” passato al 23.
Un secondo aggiornamento da poggiolino ha rimesso a posto la data, ma mi rimane il dubbio. Immagino che questi segnali siano codificati in maniera da essere relativamente resistenti agli errori di trasmissione: come è possibile un erroraccio di questo tipo?
Ultimo aggiornamento: 2013-04-05 07:00
Il dato è trasmesso con la codifica DCF77 che è finalizzata alla trasmissione sicura del dato. L’idea è che il segnale arrivi forte che l’informazione sia diffusa in continuazione. La ridondanza sopperisce alla mancanza di controllo di integrità del dato.
Anche nella versione più recente, che non so se viene usata dal Lidl, ci sono accorgimenti solo per una maggiore precisione.
Il problema dei dati a casaccio andrebbe risolto dall’orologio, assicurandosi di aver capito bene, evitando i salti eccessivi automatici se non parte da spento, ecc. ecc.
Sembra che ci sia un solo bit di parità per quanto riguarda la data: http://en.wikipedia.org/wiki/DCF77, e sia 22 che 2 si scrivono con un numero dispari di 1…
E’ in francese ma tu non hai problemi con le lingue http://www.aurel32.net/elec/dcf77.php
È che non hai notato la fluorescenza octarina che alberga nel tuo ufficio.