Traduzioni automatiche

Forse a causa del post sul blog della Wikimedia Foundation a riguardo della milionesima voce di it.wikipedia, stanotte mi sono arrivate un paio di richieste di “amicizia” che ho al mio solito immediatamente cassato (non sopporto le richieste non personalizzate). La cosa buffa è che erano di due tizi tedeschi, e quindi erano scritte in tedesco: quello non è un grande problema, visto che qualcosicchia lo capisco e ad ogni modo quel tipo di richieste è così standard che probabilmente le capirei anche in ungherese (occhei, non esageriamo: diciamo in norvegese). La cosa più strana è che l’invito su Xing, pardon l'”Einladung in mein XING-Netzwerk”, aveva in cima la possibilità di tradurlo, per default in inglese ma presumo anche in italiano visto che l’interfaccia era chiaramente googliana.
Intendiamoci: non mi stupisce che Google “apra” la mail, veda che è in tedesco, e si offra di tradurmela. Quello che mi stupisce è che, almeno per messaggi di questo tipo che presumo siano tradotti perfettamente perché Google “sa” come prendere la stessa frase già tradotta dai signori di Xing, siamo arrivati al punto da accettare come normale una traduzione di un’email. Io sono vecchio e mi sono fatto un mazzo tanto per imparare quelle due fregnacce nelle principali lingue occidentali per tirare a indovinare con un minimo di cognizione di causa; è un’abilità che sta diventando oramai inutile? Ovviamente parlo di questo tipo di messaggi, non di testi di narrativa o anche solo manuali; però anche solo cinque anni fa non l’avrei affatto creduto possibile.

Ultimo aggiornamento: 2013-01-23 16:58

4 pensieri su “Traduzioni automatiche

  1. mestesso

    Il modo per fare traduzioni corrette è noto da ben più di cinque anni, quello che manca(va) è la possibilità econimica di vederlo concretizzare. Alias, il costo dell’infrastruttura necessaria è sceso a tal punto da renderlo praticamente realizzabile a costi definiti e convenienti.
    Sul official google blog tempo fa avevano postato che un loro programma (a reti neurali) aveva imparato a riconoscere le immagini di gatti ed era in grado di beccarle sul database di google images con una precisione paragonabile alla mia :-).

  2. Bubbo Bubboni

    Sono un sostenitore dell’impossibilità di tradurre completamente testi non banali e non mancano degli esempi ancora più divertenti di quelli offerti dai traduttori automatici (sorry, indipendentemente dalla potenza di calcolo).
    Un madrelingua di normale intelligenza non può evitare di inventarsi parole e frasi che, successivamente, diventeranno parte dei dizionari e delle accademie e, in fine, dei traduttori.
    Se un concetto non esiste in una data cultura il modo di rappresentarlo non può essere diretto o facilmente compensibile a chi non ne ha esperienza.
    Quattro esempi:
    – ‘cross’ e ‘tick’. Sempre divertente vedere la confusione che generano anche in italiani che hanno un buon livello di inglese mentre sono letteralmente il simbolo dell’immediatezza;
    – ‘vegemite’ e, in generale, i cibi. Molti ricordano la ‘farinata’ che “””traduceva””” ‘porrige’, ma come fai a rappresentare l’idea di cibo che puoi apprezzare solo se lo hai mangiato da bambino? Con la lista degli ingredienti o con la tabella nutrizionale?
    – il noto gesticolare degli italiani che diventa paroline in altre lingue e che, senza giri di parole, richiederebbe una videotraduzione;
    – si viaggia sempre nel tempo oltre che nello spazio. Anche le traduzioni sono frutto della loro epoca e quelle automatiche sono spesso clamorosamente fuori sincronia, usando parole desuete e costrutti arcaici per testi recenti o viceversa. (ok, questo è proprio del tempo attuale…)
    Comunque è un bene che le traduzioni automatiche non migliorino troppo. Un po’ perché è divertente capire il testo originale attraverso le baggianate e un po’ perché la vecchia grammatica resta la migliore protezione contro il moderno phishing e le truffe online in genere. Almeno nell’asincrono tempo presente.

  3. mestesso

    @Bubbo: è impossibile (agli umani e non) fare traduzioni assolutamente corrette. Questo lo davo per scontato, ma è bene esplicitarlo a questo punto.
    I tuoi esempi sono corretti in un contesto di traduzione che è una replica di quello umano, ma che non è affatto detto che sia quello che una macchina esegua. Mi spiego con un esempio pratico di quello che “preso ai morsetti” è una traduzione, ma (penso) non sua direttamente assimilabile ad una traduzione “standard” nel tuo caso.
    Uno spider su web prende delle frasi in una lingua ed i tentativi di traduzione fatti da umani di quella frase, e li collega fra loro. In un secondo momento li ordina e mette insieme quelli uguali/molto simili nelle due lingue e li collega fra loro. In un terzo momento fa delle operazioni che, in uno spazio geometrico equivalgono a calcolare una distanza, ordinando il tutto per distanze crescenti. In un quarto momento l’utente lancia google translate, e fa (senza saperlo) una query su un albero ordinato dello spazio suddetto.
    E’ una traduzione oppure no? Soffrirà e quanto del problema farinata o focaccia? Od avrà altri problemi? La risposta non è banale. Buona conoscenza a tutti!

  4. Bubbo Bubboni

    @mestesso: espllicito anche io.
    Sì, ricordo un articolo su Internazionale spiegava come traduce google, come usano i libri globali per le traduzioni, ecc.
    Oggi ostinarsi a pensare che un dato sia “non disponibile qui e ora” e su questo basare cosa studiare o memorizzare è sistematicamente sbagliato. Anche se molti insegnanti, paladini dei quiz e qualche studente non lo hanno ancora capito.
    Ma è anche un errore pensare che il mondo globale abbia un livello di uniformità che, fortunatamente, non ha affatto. Tempo fa dicevo che in tutto il mondo i ragazzi bevono una certa bibita al caramello ma quello che poi fanno della lattina non è affatto uniforme.
    Tornando alla domanda di .mau. l’utilità della conoscenza della lingua non è (più) quella di risparmiarsi di sfogliare furiosamente le pagine del mezzo kd di dizionario specifico o di poter tradurre al volo frasi semplici.
    I punti rilevanti, oggi che altri problemi sono stati risolti, sono la conoscenza della cultura e della sfera dell’intraducibile nonché dell’evoluzione della lingua (e del solito intraducibile) nel tempo.
    Io lo vedo bene con il cibo. Es. il punto non è come si dice croissant a Madrid. Quello si trova facilmente, presto anche con un traduttore diretto del parlato. Il punto è che si mangia con coltello e forchetta!

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