L’anno scorso avevo recensito (e apprezzato) il primo ebook di Presh Talwalkar, raccolta dei problemi logico-matematici che posta settimanalmente sul suo blog. Lui è più bravo di me a mettere a posto le cose, e così è già pronta la raccolta dei suoi problemi del 2012, dal titolo che sembra quello di un film della Wertmüller (Presh Talwalkar, What do an Infinite Tower, a Classic Physics Puzzle, and Coin Flipping Have in Common?, Kindle 2013, € 2,68).
Anche questo volume è piacevole come il primo. Stavolta i problemi non sono divisi in sezioni ma mischiati assieme; l’enfasi è indubbiamente sui problemi di tipo combinatorio e probabilistico, e questi ultimi prediligono le situazioni in cui la risposta è controintutiva.
Per la precisione, non si deve parlare tanto di “risposta” quanto di “soluzione”: non viene infatti dato semplicemente il risultato, ma Presh spiega come trovarlo, spesso partendo dall’osservazione di casi più semplici per riuscire ad avere un’idea di come quanto trovato si possa generalizzare. Spesso viene data più di una soluzione: c’è un problema – «A fun math sequence» – che è risolto in almeno tre modi diversi, a seconda di cosa voi intendete per “modo diverso”.
Tutto questo mostra l’amore di Talwalkar per la matematica, amore che ha anche spiegato all’interno del testo; per lui è naturale spiegare alla gente perché la matematica è bella. Non posso fare a meno di essere d’accordo con lui, e apprezzo la sua scelta di creare parecchi problemi partendo da cose che gli sono accadute nella vita di tutti i giorni. In fin dei conti, se qualcuno si abitua a cercare le connessioni matematiche in quello che fa, sarà presto in grado di capirlo meglio; allo stesso tempo poi riuscirà a capire meglio anche la matematica, perché la vedrà, non la starà semplicemente guardando. D’altro canto i problemi del libro li si può prima o poi risolvere, e se non ci si riesce c’è sempre la traduzione; ma tutti noi continueremo a trovarci di fronte ad altri problemi per tutta la vita…
Ultimo aggiornamento: 2013-01-19 07:00
E così lo sparuto pubblico interessato continua a credere che la matematica sia combinatoria, probabilità, e poco più. Continuiamo così, facciamoci del male…
evidentemente chi non fa combinatoria e probabilità non ha interesse a scrivere libri di problemi.
Chi non fa combinatoria o probabilità non può scrivere testi divulgativi (con o senza problemi) perché a scuola si sceglie di non dare alcuna informazione sulla matematica “moderna” (nel senso di, negli ultimi 150 anni). E’ difficile divulgare qualcosa quando ti mancano anche le parole di base.
A scuola si parla di neutrini e di DNA, non di varietà o di spazi di Hilbert, e io non so perché.
a scuola non si fa nemmeno probabilità e combinatoria, a dire il vero.
aggiungo con un po’ più di calma:
– se uno vuole scrivere qualcosa di divulgativo può anche dover mettere in conto di creare le parole che gli servono.
– i problemi che puoi trovare nella vita di tutti i giorni sono comunque combinatori, probabilisti, di teoria dei numeri o geometrici, a meno che tu non voglia passare alle equazioni differenziali. Non conosco problemi che involvano varietà o spazi di Hilbert.
_40 Paradoxes in Logic, Probability, and Game Theory_ (ebook)
paradossi non per tutti i gusti ma quasi