I miei ventun lettori sanno bene che in questi decenni io di cose ne ho prodotte parecchie: più o meno pregevoli, ma comunque di qualità direi almeno accettabile, rispetto a quelle che si vedono in giro. I ventun lettori di cui sopra sanno anche che non è che mi sia messo a spammarli chissà quanto. Tanto per dire, quando ho pubblicato il libro ho preparato un blog apposta per non appestare questo; se creo una pagina facebook non mando a cani e porci l’avviso; le volte che mi capita di segnalare un mio post da qualche parte, aggiungo al link un paio di righe come executive summary in modo che nessuno rischi di cliccarci su; persino su Google+ o posto cose pubbliche – per cui non arriva quindi una notifica – oppure nel caso di cose prettamente matematiche le invio solo all’acconcia cerchia, risparmiando gli altri. Il tutto perché io non sopporto lo spam, e quindi non voglio generarne.
Poi però vedo gente che retwitta compulsivamente qualunque cosa abbia il loro nome sopra, siti che rimandano più volte i loro post sperando di beccare qualcuno che non si è accorto di essere già passato di là, richieste di farmi piacere le più bieche “creazioni dell’ingegno”; e mi domando perché io non solo non riesco a vendermi ma trovi la cosa anche un po’ ripugnante. (Ma più che altro mi chiedo che cosa io debba fare con questo tipo di spammatori :-) )
Ultimo aggiornamento: 2013-01-09 11:56