La lettera odierna principale sulla pagina milanese del Corsera è di un papà che si lamenta perché il comune di Milano pretende (giustamente) il pagamento delle rette del nido alla data precisa, ma si guarda bene dal rimborsare le quote del servizio non usufruite perché il nido non funzionava per una qualunque ragione, dagli scioperi alle aperture e chiusure ritardate. Isabella Bossi Fedrigotti, nella sua risposta, scrive « la questione non è così semplice: altrettanto bisognerebbe, allora, fare per i giorni di malattia o, comunque, di assenza dei bambini, come richiesto da varie parti.»
Beh, per una volta non sono d’accordo con la signora Bossi Fedrigotti, che ha mischiato insieme due cose ben distinte. Basta pensarci un attimo: quando io stipulo un contratto, se non posso usufruire dei servizi per un motivo mio personale, che sia dipendente o no dalla mia volonta, non ho nessun diritto al rimborso. Se mi ammalo e non posso prendere il treno che avevo prenotato, peggio per me. Ma il problema presentato dal lettore è l’opposto: è la società delle ferrovie che non ha fatto partire il treno, ed è lei ad essere tenuta a rimborsare il biglietto. Quale sarebbe la differenza con il nido?
Ultimo aggiornamento: 2012-11-30 18:36
Io non so se sono d’accordo con loro (Milano Ristorazione), ma loro te la spiegano così. Tu non paghi il costo reale della mensa, ma dai un contributo che copre solo una parte dei costi
@marco: certo, e infatti non chiedo il rimborso del costo di un pasto ma solo quello della quota parte, no?