Ieri Vittorio Bertola ha postato sulla sua bacheca Facebook una segnalazione: il Consiglio di Stato ha sentenziato che un consigliere comunale non può «autenticare firme relative ad elezioni di enti di cui il suo Comune non faccia parte». Vedendo cosa è capitato in questi ultimi anni con pacchi di firme false allegramente consegnate, e ricordando che un consigliere comunale non è un pubblico dipendente, per quanto mi riguarda la cosa è sacrosanta. Come lo sia per vb non lo so (il comunicato è asettico). Più interessante, come sempre, vedere cosa scrivono i commentatori.
Io capisco chi, come Gilda, si lamenta perché chi è già eletto si fa le leggine per evitare di raccogliere firme, sancendo così una disuguaglianza. Capisco già meno chi, come Giuseppe, si lamenta perché rischiava di trovarsi un consigliere SeL che certifica le firme a un banchetto M5S che raccoglie firme contro una porcata SeL (o magari non capisco proprio quello che ha scritto, intendiamoci). Ma quello che mi preoccupa davvero sono altri commenti. Giovanni commenta «dittatura»; Laura, «un’altra leggina anti-grillo, diventeremo sempre più forti!!!!!!»; Luca, «fase: ” poi ci combattono”…. in tutte le maniere possibili…to be continued !»; Marco, «stato di polizia?». Lo so, guardarsi l’ombelico è una delle attività preferite: faccio il blogger, volete che non lo sappia? Però un minimo di raziocinio dovrebbe fare capire che in questo momento M5S non ha certo problemi a raccogliere firme, e che quindi questa norma paradossalmente è in questo momento a loro favore, complicando la presentazione di liste civetta?
(Oops, ho parlato di raziocinio… parola vietata in Italia, e non solo tra i grillini)
Ultimo aggiornamento: 2012-11-14 09:42
“per quanto mi riguarda la cosa è sacrosanta”
Umm, i consiglieri comunali, su delega del sindaco, possono anche celebrare i matrimoni civili.
Questo spiega forse divorzi e separazioni?
Nel merito non credo che ci sia evidenza scientifica che un consigliere comunale (ma solo quando è fuori dal suo comune) sia più incline al falso rispetto ad un notaio (cfr. autorevolissimi esempi a Torino) o ad un sindaco anche fuori dal comune in cui regna.
E sicuramente la sanzione per firme false, dipendente pubblico o no, sarà quella dei soliti 1000 anni di carcere, rimborsabili se il partito ha poi vinto (cfr. sconti di legge per affissioni elettorali abusive vs. rimozione di manifesto elettorale da parte di cittadino semplice).
Però i commentari sono effettivamente… di varia logica.
@bubbo: mi hai rubato i tasti dal computer :-).
Io aggiungo che non capisco per quale motivo non sia del tutto libero depositare una lista. Davvero, che senso ha? Chi tutela e da che cosa? Non solo in pratica, ma anche dal punto di vista formale ha poco valore. Il valore lo mette chi fa le crocette dove. Se la lista si chiami cippiriminchia o “per un mondo migliore” il valore lo dà l’elettore e non chi presenta la lista.
I commenti sono quello che sono, ma il commento al raziocinio è valido anche per qualsiasi forum, nazionale o meno. Io vedo certi commenti sul sito del Sole 24 Ore da brividi…slashdot rimane il più trash sia come volumi che come rapporto segnale/disturbo IMHO.
ehm… chiunque su delega del sindaco può celebrare un matrimonio.
Ciò detto: (a) se già così ci sono lenzuolate di simboli sulla scheda elettorale non oso pensare cosa succederebbe se ci fosse libertà di lista. (b) se si becca un notaio falsificare firme, mi sa che quello il notaio non lo fa più, perdendo un lucroso posto di lavoro: il che mi fa pensare che per lui sia un po’ più difficile.
Per il resto, mi pareva di avere scritto esplicitamente che la mancata accensione del cervello non sia prerogativa dei grillini, figuriamoci. Però mi sembra anche che tale mancata accensione del cervello sia molto più pericolosa in un partit^Wmovimento che ha come regola di base “una testa, un voto” e non ha un controllo sull’effettivo funzionamento – nel bene o nel male – della testa.
Umm. Due punti, ma accantonando la propaganda specifica che è stata fatta in merito.
Le firme nacquero con il democratico scopo che, in un certo punto della storia, fosse ostacolata la presentazione di liste a sx di un dato partito, ma prima del maggioritario!
La massa dei simboli salta fuori (praticamente in tutto il mondo) a seconda della formula di maggioritario scelta (e degli eventuali rimborsi elettorali o, anche solo dei permessi dal lavoro per i candidati).
Se bastano pochi voti rosicchiati all’altro raggruppamento per ottenre un bel premio allora servono tante liste dai nomi fantasiosi e quindi si creano le liste di disturbo. Siccome sono finanziate (prima o dopo il voto) dai partiti “””veri””” non hanno problemi a raccogliere firme o a superare la trafila burocratica.
Se un notaio falsifica firme o un giudice vende sentenze indicano le cronache, in genere ha un posto di lavoro già pronto e migliore.
Insomma, anche se pare strano, un po’ di logica in circolazione è rimasta. Viceversa la definizione di “democrazia” risulta sempre più difficile da trovare.
Sarà che ragiono in modo strano, ma troverei “a maggior ragione” sensato che un consigliere comunale non possa autenticare firme per elezioni di enti di cui il comune fa parte, e “ad ulteriore maggior ragione” per le elezioni del proprio comune o per elezioni in cui l’autenticatore figura tra i candidati.
In altre parole, trovo assurdo che si possa fare quel che il Consiglio di Stato ha vietato, ma più assurdo quello che non ha vietato.
Dimenticavo: un autenticatore può autenticare la propria firma?
@devan: “Dimenticavo: un autenticatore può autenticare la propria firma?”
Bravo te, e se una delle due poi risulta falsa?
Aspetto che ci sia un apposito quizzino della domenica (o una nuova divertente sentenza) per sapere se l’autenticatore falsario sarebbe punibile :-)
@devan: tecnicamente il consigliere comunale è un “dipendente del comune”, come direbbero i grillini – anzi no, loro direbbero un “dipendente dei cittadini del comune”, chiedo scusa. Da questo punto di vista, non vedo differenza rispetto a un qualunque altro dipendente comunale.