Non ho voglia di andare a cercare i vari commenti sulla condanna al gabbio per il direttore del Giornale Alessandro Sallusti. Mi limito a linkare dal sito del Corriere l’articolo che portò a tutto questo, e a fare qualche considerazione sparsa.
– Sallusti sta sulle palle a tanta gente (e immagino che per tanti altri fosse un eroe già da prima), quindi è difficile parlare a mente fredda.
– L’Italia è un paese che vive sulle corporazioni: se il querelante non fosse stato un magistrato probabilmente non si sarebbe giunti a questa condanna, e simmetricamente tutti i giornalisti ora si schierano a suo favore. Se da una parte o dall’altra ci fosse stato un signor nessuno, state tranquilli che non ci sarebbe stato tutto questo cancan.
– Che esista il concetto di “direttore responsabile” che è responsabile penalmente mi pare una cosa parecchio fuori dalla legge, che dice che la responsabilità penale è personale: però magari sono io che non ho seguito bene il tutto, e la condanna è per qualcosa tipo favoreggiamento, visto che ovviamente Sallusti sapeva chi è il “Dreyfus” il cui articolo è stato pubblicato su Libero e il cui nome l’allora direttore di quel giornale si è ben guardato dal rivelare (anche perché mi sa che sarebbe stato anche lui radiato dall’Ordine dei Giornalisti, mai scherzare con le betulle)
– Non che lasciare solo responsabilità civile (leggi, “se ho i soldi posso insultare chi voglio”) sia così meglio.
– Infine, se Sallusti si fosse degnato di mandare il suo avvocato al processo di appello forse le cose sarebbero andate diverse.
Per il resto, fate voi che ne sapete sicuramente più di me.
Aggiornamento: per capirne un po’ di più ho telefonato a un avvocato mio amico, che mi ha spiegato che (a) si sa chi è il “Dreyfus” (Alberto Monticone, che verrà processato per conto suo), e che Sallusti è stato condannato per diffamazione aggravata perché comunque, in quanto direttore del quotidiano, lui doveva sapere cosa veniva stampato, e la scelta di pubblicare l’articolo è stata sua. Mah, la cosa mi sembra comunque strana, nel senso che a mio parere doveva essere citato a giudizio solo Monticone: ma non sono certo un esperto legale.
Ultimo aggiornamento: 2012-09-26 19:22
Io non credo di sapere tanto ma mi limito ad esprimere un’opinione non offensiva.
Si parla di casta dei politici ma quella dei giornalisti?
Il giornalista non è superiore al comune cittadino e le parole, anche se non sembra, muovono gesta non sempre responsabili.
Chi ha la possibilità(il potere) di parlare ad un vasto pubblico ha la responsabilità delle possibili conseguenze che ne possono derivare e quindi il dovere di riflettere prima di pubblicarle.
senza toccare la libertà di opinione, non lo si può accusare di istigazione a delinquere?
@gino: se rileggi il mio testo ti accorgi che quando ho scritto «simmetricamente tutti i giornalisti», mettendoli quindi in una categoria uguale e contraria a quella dei magistrati.
(e nota che non ho volontariamente usato il termine “casta” preferendo “corporazione”: usare certe parole-saponetta rischia di far perdere il loro significato)
La faccenda in sé è standard e non mi pare che meriti ulteriori riflessioni.
Più che il caso però mi sembrano preoccupanti le contromisure uso-media.
Infatti sono certo che se viene depenalizzato questo “reato” di sicuro ne “penalizzano” un’altro altrettanto banale. Ho visto diversi casi in cui pare che il legislatore voglia mantenere invariato il numero di “reati” punibili con il carcere, senza mai preoccuparsi a cervello acceso di cosa finisce nel mucchio.
Del resto una nazione che non ha ancora il reato di tortura, e cha ha quei motivi per non averlo, non può avere sanzioni equilibrate o minimamente sensate. O legislatori equilibrati e saggi.
Sallusti “voleva” essere condannato.
Non solo non ha mandato il suo avvocato in sede di appello, ma ha anche rifiutato la prposta del querelante di rimettere la querela versando 20.000 euro ad un’associazione benefica e scrivendo un trafiletto di rettifica sul giornale.
Adesso sta brigando per andare veramente in galera …
Capisco che è necessario distinguere la questione di principio dalla persona coinvolta, ma in questo caso è veramente difficile
@Apis: bravissimo, hai centrato in pieno. Non conosco Sallusti e non ci tengo a conoscerlo, ma tutte le sue mosse vanno in questa direzione, ed ha centrato il pieno il colpo. Ottima partita a scacchi, ben giocata (dal suo punto di vista, dal mio mi fa ancora più schifo di quanto non mi facesse prima). NB, pensa sospesa ovviamente, e non farà neppure un giorno al gabbio, e fedina pulita intonsa, vedrete.
@.mau.: radiato??? ROTFLMAO! Esercizio: trova quanti giornalisti siano stati radiati dall’ordine negli ultimi 25 anni. (suggerimento: per poco non basta una mano). Per essere radiato devi fare sgarri pesanti a politici o (più facilmente) ad altri giornalisti.
Per la faccenda del Direttore Responsabile: ha un senso. Brevemente: tu giornale puoi fare molto male usando le parole. Se lasci la corda libera a chiunque, hai garanzia di casini. Se metti dei paletti, ed obblighi qualcuno a farli rispettare (almeno in teoria), crei una catena di responsabilità che mitiga gli abusi. Tengo a precisare che non è mica solo in Italia che c’è una figura del genere…
mestesso scrive:
… Esercizio: trova quanti giornalisti siano stati radiati dall’ordine negli ultimi 25 anni…
E’ troppo facile rispondere
… Esercizio: trova quanti giudici siano stati condannati x qualcosa negli ultimi 25 anni…
@mau: complimenti: non e’ facile scrivere in maniera cosi equilibrata
@marco: è il giudice che ha fatto la causa al giornalista e non viceversa ;-).
Infatti la responsabilità penale è personale, per questo è stato condannato Sallusti, mi pare. Come ha detto qualcuno in altro luogo quest’uomo ha fatto
pubblicare su un quotidiano una notizia falsa, mi chiedo perché non è
stato radiato subito dall’ordine dei giornalisti?