del furto della proprietà intellettuale

Supponete di avere vinto l’incarico di creare un sito per un Evento (tanto per non fare nomi, Aperitò). Anche in questi momenti di crisi e ristrettezze gli sponsor avranno ben sganciato qualche soldino per farvi riempire le pagine. Ma di soli disegnini non vive il web: almeno un po’ di testo ci vuole. Che fare allora? Beh, la cosa è semplicissima, e la Potenza di Internet vi viene in soccorso. Si apre Google, si scrive “Storia dell’Aperitivo”, si trova un testo… e lo si copia pari pari, dimenticandosi casualmente di indicare il nome dell’autore, non sia mai che si debba dargli (in questo caso darle) parte dei sudati guadagni. Tanto chi volete che se ne accorga? Vabbè, qui c’è una schermata salvata a imperatura memoria, ma è chiaro che è stata Mitì Vigliero a usare la sua macchina del tempo e scopiazzare il testo predatandolo al 2007.
Ecco. Mi piacerebbe sapere che cosa pensino al riguardo gli sponsor di Aperitò: i promotori Comune di Torino e Torino Young City; i patrocinanti Regione Piemonte, Provincia di Torino, la UnionCamere Piemonte; e tutti gli sponsor e collaboratori vari. Non mi piacerebbe invece sapere che cosa ne pensi la SIAE, che pur dovrebbe tutelare la proprietà intellettuale: o meglio, so benissimo che ne pensa.
Aggiornamento: (15:45) grazie a Kiado ho scoperto che i “creativi” sono i perugini di Sedicieventi, che non sono affatto nuovi a queste scopiazzature: si veda per esempio l’incredibile somiglianza tra quanto loro scrivono sui pinoli e il testo di taccuinistorici.it.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-17 14:06