Monaco 1972: un minuto di silenzio

Io nel 1972 ero piccolo, ma non così piccolo da non capire che cosa fosse successo: undici tra atleti e allenatori della squadra olimpica israeliana furono ammazzati da terroristi palestinesi, per l'”ottima ragione” (almeno immagino che chi sparò la pensasse così) che erano israeliani. Quello fu il primo vero momento in cui le Olimpiadi persero la loro (supposta, intendiamoci) verginità: più ancora che le edizioni annullate per le guerre, più che quando Hitler si rifiutò di premiare Jesse Owens perché era uno sporco negro. Quella non è stata neppure rappresaglia: che cosa avevano fatto quelle persone?
La proposta di osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime durante le Olimpiadi di Londra è stata cassata; ci sono però alcune iniziative su Facebook per un ricordo fai-da-te, pubblico se possibile ma anche solo privato. Il tutto tra dodici ore, alle 20 (ora italiana). Come sapete, a me non piace invitare la gente agli “eventi”. Però posso segnalarlo :-)

Ultimo aggiornamento: 2012-07-26 08:00

4 pensieri su “Monaco 1972: un minuto di silenzio

  1. mestesso

    Io ricorderei anche per simmetria le “ottime ragioni” degli israeliani a Sabra e Shatila. Giustissimo ricordare le Olimpiadi del ’72, ma mannaggia la miseria, chissà come mai, dell’altra parte ci si ricorda molto meno.

  2. Pensieri Oziosi

    Jesse Owens: “Hitler didn’t snub me—it was [FDR] who snubbed me. The president didn’t even send me a telegram.” – quoted in Triumph, a book about the 1936 Olympics by Jeremy Schaap.
    Gugola Jesse Owens Hitler.
    Mestesso: vuoi forse dire delle “ottimi ragioni” delle Falangi Libanesi (sostenute dai cristiani maroniti) a Sabra e Shatila.

  3. Bubbo Bubboni

    Io non sono di nessuna delle due parti (fossero poi due! se quelli che aiutano ad uccidere si facessero un giro!) e sto sempre dalla parte delle vittime, favorendo i disertori, i “traditori” e i profughi, e mai gli assassini.
    Però ricordo bene in che nazione si trovano Sabra e Shatila… (a riprova che si trova sempre qualcuno, in ciascuna delle parti coinvolte e in ciascuna delle “dirigenze” che si succedono nei decenni, che non ha interesse ha fermare la violenza).
    Tornando al post è davvero incredibile non accordare il minuto di silenzio e spero che la “protesta” riesca, ma non ho dubbi che sia stato fatto per una ragione morale ben al di sopra del ricordo delle vittime dell’odio: che ne dicono gli sponsor?

  4. Galliolus

    Grazie a .mau. per la segnalazione, che purtroppo leggo tardivamente. Mi dispiace che anche qui, come quasi ovunque, non appena si nomina Israele sorga una specie di orticaria collettiva. C’è stata una (legittima) richiesta di ricordare le vittime di una vigliacca uccisione perpetrata proprio alle Olimpiadi, quarant’anni fa: pochi hanno notato la valenza simbolica di ebrei innocenti massacrati in Germania, in un anno che è più vicino al 1945 che a oggi. C’è stato un (legittimo) rifiuto da parte del CIO, e questo chiude la questione, anche se nel salotto di casa sua ognuno poi fa quello che vuole.
    Io mi domando perché attaccarsi a Sabra e Chatila, totalmente fuori contesto perché non c’entra nulla con le Olimpiadi: evidentemente non possiamo chiedere alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di farsi carico di tutti i mali del mondo. Mi direte forse che non è giusto commemorare le vittime del 1972 perché i loro connazionali furono i carnefici del 1982?
    Ahimé, temo che Bubbo abbia torto. Temo che non ci siano gli sponsor dietro alla decisione del CIO, ma la consapevolezza che per molti quel minuto di silenzio sarebbe diventato un minuto di festeggiamento.

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