Se Alan Matheson Turing fosse vivo, oggi avrebbe 99 anni e 365 giorni. Occhei, probabilmente sarebbe comunque già morto, ma non suicida a meno di 42 anni come invece è stato.
Turing è (forse) noto per la sua attività durante la seconda guerra mondiale per la decrittazione dei messaggi che i nazisti cifravano con Enigma. Magari qualcuno ha anche sentito parlare delle macchine di Turing (un modello teorico adottato poi dai calcolatori; Turing ha anche contribuito alla progettazione del primo computer britannico) o del test di Turing che dovrebbe servire per vedere se un computer può essere davvero considerato intelligente o fa solo finta (ma lo sapete che nell’articolo dove propone il test, l’ignoto candidato ci mette trenta secondi a fare l’addizione richiestagli e poi la sbaglia? Purtroppo non si sa se l’errore fosse voluto oppure no). Spero che si sappia anche che il governo britannico lo condannò per omosessualità, costringendolo a una cura ormonale per castrarlo chimicamente ed evitare “facesse dei danni”, incuranti del fatto che le sue relazioni sono sempre state con adulti consenzienti.
Ma ci sono anche tante altre cose meno note su di lui. Turing ha rischiato di essere convocato nella nazionale inglese di atletica, come maratoneta per le Olimpiadi del 1948: purtroppo si infortunò e fu scartato. Quello che si pensa essere la quintessenza del matematico teorico cercò di costruire un meccanismo analogico per trovare gli zeri della zeta di Riemann (questo prima della guerra: dopo di essa i computer digitali avrebbero fatto lo stesso lavoro molto più in fretta). Gli ultimi suoi lavori scientifici, rimasti incompiuti, trattarono della matematica applicata alla biologia.
Se volete saperne di più, vi lascio al post di Roberto Natalini – ma prendetelo con le molle, perché è un burlone! – e a quello di Michele Emmer, più serio. Oppure compratevi la biografia di Turing scritta da Andrew Hodges: rispetto a quando la lessi, il mio giudizio è molto migliorato… soprattutto perché mi è anche capitata tra le mani la biografia di Leavitt che è davvero una schifezza.
Ultimo aggiornamento: 2012-06-22 11:07
Vorrei mettere agli atti che la biografia di Leavitt è tutt’altro che una schifezza.
Vorrei mettere agli atti che Turing non era un matematico teorico (cosa che non ha neppure senso). Era un informatico sia teorico sia interessato a questioni computazionali.
Infine, la condanna a Turing era perfettamente coerente col diritto inglese dell’epoca; negli ambienti colti ovviamente si applicava un don’t ask, don’t tell too loud, ma lui si fece beccare apposta, per ragioni che non risultano chiare. Certo una legge del genere non doveva essere il massimo per favorire la stabilità mentale.
Se di matematici puri si vuol parlare, GH Hardy era omosessuale (deeply in the closet, come si usava allora) e Leavitt ha scritto anche la sua, di biografia.
Se permetti aggiungo anche questo testo:
“Turing. Il genio e lo scandalo”
http://www.ibs.it/code/9788878040557/rigamonti-gianni/turing-genio-scandalo.html
è un volumetto scritto da un mio ex professore dell’università, forse quello che mi ha insegnato di più.
@massimo: non concordo. Il libro di Leavitt (che d’altra parte di matematica non ne capisce una cippa) è monodimensionale, a differenza di quello di Hodges. (Posseggo anche “Il matematico indiano”, ma non è un caso che non ho ancora iniziato a leggerlo)
@barbara: non concordo. Turing non era un informatico (anche per ragioni di date), al più era un logico matematico. Sul perché si fece beccare, boh.
@ignazio: non conosco, cercherò!