Oggettivamente penso che beppegrillo™ abbia ragione quando afferma che partecipare ai talk show sia pericoloso per il MoVimento 5 stelle. Magari non per le ragioni da lui scritte, ma per la banale considerazione che gli esponenti M5S sono in genere giovanissimi e poco scafati, e che non solo le vecchie volpi della politica ma anche i conduttori dei suddetti “spettacoli di chiacchiere” sono ben più bravi di loro a far rigirare la frittata.
D’altra parte poi il silenzio stampa ha una lunga e fruttuosa storia dietro di sé: inoltre ci si può spiegare benissimo in rete, col vantaggio che si ha anche quel minimo di tempo in più prima di schiacciare “invio” per verificare che non si stiano dicendo troppe idiozie.
Né ha senso lamentarsi perché l’ukase sia stato espresso via blog. Molti di quelli che mi leggono sono giovani e non sanno che ogni tanto l’Unità aveva nelle quattro pagine centrali un testo fitto fitto con quanto stabilito nel Comitato Centrale: la differenza è solo formale.
Però non appena qualche grillino si lamenterà affermando che non è giusto parlare solo del Capo e mai di loro, io gli sbatterò in faccia quel post. Mica fanno male a seguire pedissequamente i Suoi dettami, meglio ancora di quanto i leghisti abbiamo mai fatto col Senatur: ma almeno abbiano l’onestà di ammetterlo, e saremo amici come prima.
(l’immenso Makkox ha disegnato lo stesso concetto da par suo)
Ultimo aggiornamento: 2012-05-10 11:22
La peculiarità del M5S è quella di avere al tempo stesso un Grande Capo e poca visione politica generale: a parte i pochi punti caratterizzanti il movimento, infatti, si va a braccio. E a volte si prendono cantonate, o, peggio, si scivola in posizioni inaccettabili (link: L’Europa vota ma non sceglie).
Un 5-star si è già smarcato dal suo fondatore (Putti).
Io starei più schiscio a paragonare Lui (Grillo) allo Zar: stiamo anni luce di distanza. Lasciamo il titolo a gente che lo merita davvero (tipo Putin).
In generale Grillo per i suoi sodali è un poco come Budda per i buddisti: non è dio, ma uno dei profeti (non l’unico, non il più grande, ma solo il primo).