Ieri ho fatto acquisti, nonostante fosse il giorno della Grande Festa Laica del 25 aprile. Siamo andati in farmacia a prendere degli antistaminici e del Fluimucil, e passati da Muzza dove abbiamo preso un caffè (io e Anna) e due focaccine (Cecilia e Jacopo). Non siamo andati alla manifestazione, come non ci andremo per un po’ di tempo… almeno fino a che i giovyni non saranno abbastanza grandi da poterci seguire (o poter stare da qualche parte per conto loro)
Quello che però non capisco è perché ci siano state molte più polemiche per l’apertura (facoltativa, e pagando a chi lavora il supplemento festivo) il 25 aprile che per quella in ogni domenica. Evidentemente ci sono feste e feste, e in fin dei conti di domeniche ce ne sono così tante…
Ultimo aggiornamento: 2012-04-26 11:51
facoltativa, e pagando a chi lavora il supplemento festivo
Non è (sempre) così. Nel contratto del commercio (ed in altri) sono presenti svariate clausole di straordinario obbligatorio retribuito come qualsiasi straordinario, non festivo. A seconda del monte ore obbligatorio e quello consumato, le cose possono andare diversamente.
Sul facoltativo stendo un pietoso velo con la deregulation.
mode pigHnolo on
Ma… avete bevuto un caffè in due oppure i giovyni sono di robusto appetito?
mode pigHnolo off
erano le 11:30. Anna ha bevuto un caffè, io ho bevuto un caffè, Cecilia ha mangiato una focaccina (di quelle di 8 cm di diametro), Jacopo ha mangiato una focaccina (come sopra).
Alcune farmacie i giornalai e diversi bar sono stati sempre aperti nei giorni di festa.
Il problemaq ovviamente è nel grosso centro commerciale che vende di tutto e di più. Per le aperture continue domenicali ci sono state polemiche, anche dagli esercenti dei negozi associati. Con 25 aprile e primo maggio sono altri due giorni festivi che spariscono, direi, giorni con un forte significato simbolico, visto che stanno molto invisi ad una certa parte politica.
Fra l’altro il risultato di queste politiche che adesso al Carrefour (ex GS, ex Mega) al lunedì il pesce fa schifo.
@mike: una volta il lunedì il pesce non c’era, punto.