rassegne stampa offline

Ho letto il testo di Mario Tedeschini Lalli sulla chiusura delle rassegne stampa online. Forse non ve ne siete accorti, o forse sì: ma in queste settimane la FIEG sta man mano facendo bloccare l’accesso pubblico alle rassegne stampa prodotte da enti pubblici e privati, con la giustificazione che tali rassegne danneggerebbero le loro vendite.
Le considerazioni di Tedeschini Lalli sono indubbiamente corrette: peccato siano parziali. Il Vicedirettore del Gruppo Editoriale L’Espresso, direzione Innovazione e Sviluppo, dimentica infatti almeno un paio di cose. La prima è che le rassegne stampa non sono copie verbatim dei quotidiani: quella della Camera, tanto per dire, nella giornata di ieri raccoglieva 197 articoli da credo una ventina di giornali, e le sezioni Prima pagina; Primo piano (Delega Fiscale, IMU, Lavoro); Parlamento e istituzioni; Attualità politica; Politica interna da sole assommavano a 127 articoli. No, non c’era lo sport né la cronaca cittadina. Insomma, il numero di articoli per testata è confrontabile con quello che i quotidiani stessi lasciano a disposizione sul loro sito. La seconda è molto pragmatica: il governo elargisce fondi per la stampa, non si capisce perché non possa avere in cambio la possibilità di fare un servizio per tutti i cittadini… eppure la rassegna stampa di Palazzo Chigi è stata una delle vittime.
Per ovviare a tutto questo, la soluzione più semplice mi parrebbe un accordo tra governo/parlamento ed editori; la rassegna stampa potrebbe diventare “diffusa”, e gli articoli ospitati direttamente sui siti degli editori (con tutto quello che consegue). In questo modo si stabilirebbe il diritto “politico” a offrire contenuti, temperato da un limite alla quantità dei contenuti, e con il vantaggio di una (sia pur piccola) raccolta pubblicitaria per i produttori di contenuti. Il tutto naturalmente legato ai contributi per l’editoria: se non vuoi che ti si legga a sbafo, non prendi i soldi. Troppo semplice?

Ultimo aggiornamento: 2012-04-18 07:00

Un pensiero su “rassegne stampa offline

  1. mestesso

    Il problema di fondo è che tali rassegne stampa sono illegali. E’ infatti illegale la riproduzione fruibile al pubblico di qualsivoglia articolo in qualsivoglia quantità (uno o cento non fa alcuna differenza) senza l’autorizzazione (scritta) dell’editore. E’ garantita unicamente per dovere di cronaca la citazione, e (se i diritti non sono riservati) la parziale ripubblicazione, come fa il Post con link all’articolo completo.
    Si può essere d’accordo o meno, ma la legge è questa. Opinioni non ce ne sono.
    Poi io vi posso dire un sito situato in Belize che offre un numero elevato di quotidiani e riviste italiane in sola lettura (non pdf, li dovete sfogliare sul sito) con cui, legalmente (il lettore non commette un reato, solo chi offre il servizio), chiunque può leggere chicchessia senza queste rassegne.
    Certo, conosco diversi professionisti che si lamentano perché perdono delle fonti molto utili per risparmiare tempo: le rassegne sno tematiche, e se ad uno interessa un certo settore si rivolgeva a certe rassegne, un guadagno notevole. Ora dovrà fare diversamente, ma chissà perché, non è che ci pianga su. tutti gli, fate come me (e parecchi italici, mi risulta sia molto cliccato) ed andate in Belize col dito.

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