_Il mondo di Escher_ (libro)

[copertina]Maurits Cornelis Escher ha avuto tre fortune nella sua vita. La prima è stata il potersi divertire con le sue opere; la seconda di essere stato notato (immagino via Donald Coxeter) da Martin Gardner che l’ha reso famoso in tutto il mondo quando ancora era vivo; la terza essere stato unito a Kurt Gödel e Johann Sebastian Bach in un’Eterna Ghirlanda Brillante (buffo tra l’altro notare come i tre grandi personaggi siano un tedesco, un austriaco e un olandese: una strana troika, se ci pensate su).
Purtroppo questo libro non è più disponibile né nell’edizione Garzanti che io posseggo – almeno fino a che i miei duemezzenni me lo permetteranno: la sovraccopertina è purtroppo già stata strappata – né nella versione inglese. Posso al più consigliarvi di cercarlo su AbeBooks, la metalibreria di testi usati. E vi consiglio di prenderlo: magari non siete troppo interessati alla sua biografia – lo sapevate che da giovane aveva fatto un tour italiano e ci sono molti suoi disegni di amene località nostrane? – e agli altri saggi tra cui uno di Escher stesso e uno di Coxeter; ma le sue litografie sono davvero belle, anche se non siete interessati alla matematica che ci sta dietro. D’altra parte, almeno per le sue prime opere di carattere matematico, il Nostro ha lavorato in maniera puramente amatoriale: solo in seguito ha iniziato, grazie agli amici matematici che si era fatto, a usare un approccio per così dire più tecnico. Fortunatamente, però, la tecnicità non ha colpito l’arte: le sue opere sono belle a vedersi, come scrivevo sopra.
Se volete sapere di più su Escher, potete andare sul sito ufficiale, oppure leggere questa presentazione a cura del progetto Polymath.

Ultimo aggiornamento: 2012-02-15 07:00

7 pensieri su “_Il mondo di Escher_ (libro)

  1. pino

    “strana troika”… anche il fatto che “Escher” si pronunci alla tedesca e non all’olandese e` strano (anche se non troppo). No, il padre non era tedesco.

  2. zar

    Non riesco a trovare informazioni sul libro (che su abebooks costa davvero poco). E’ a colori? Ci sono “tutte” le opere? Belle foto? (P.S. sulle notiziole non si vede l’immagine di copertina)

  3. .mau.

    la versione italiana è anche a colori, e ci dovrebbero essere tutte le opere. Carta patinata, quindi foto che vengono bene. Per quella inglese, boh. (L’immagine è stata aggiunta, grazie)

  4. Barbara

    Io sono riuscita a tenere la *mia* copia fuori dalle manine criminali. Grande libro.
    [Invece la mia copia di GEB è scomparsa in un qualche trasloco. Ho solo quella in inglese.]

  5. gardengl

    Se non ricordo male da una mostra che vidi tempo fa a – mi pare – Roma, è interessante notare che le opere che rappresentano architetture piú o meno impossibili tendono a cominciare dopo la visita di M.C.E. in Italia e, in particolare, in una serie di paesi e città della Toscana che quanto a case e torri con geometrie e accostamenti al limite dell’impossibile si difende piuttosto bene. :-)
    Così come (vado sempre a memoria) le opere più “geometriche” hanno qualcosa in comune con arabeschi e ghirigori che mi pare abbia visto in alcune zone della Spagna.

  6. .mau.

    @gardengl: ricordo anch’io qualcosa di simile sulla Spagna. Per le opere “italiane”, in fin dei conti sono le prime che ha composto, quindi è normale che quelle geometriche siano successive…

  7. Giuseppe

    @gardengl (ma è normale parlarci tramite il sito di .mau. ^__- ): se era la stessa mostra a Roma che vidi io, le opere erano messe in ordine cronologico, con molta enfasi sul periodo italiano.
    In effetti per il primo periodo della sua vita (fino al 1937), Escher realizzò paesaggi e ritratti. La fase “impossibile” venne dopo, prima con le metamorfosi e poi con il resto. Una cosa interessante è come in Metamorfosi I ci sia, a sinistra, una veduta di Amalfi.
    Sia tu che .mau. ricordate bene, le tassellazioni del piano dovrebbero essere ispirate a quelle presenti nei giardini dell’Alhambra in Spagna (negli anni ’30 pagava i viaggi in nave vendendo le sue stampe).
    Una cosa interessante che lessi tempo fa, credo sul libro di Bruno Ernst, è che Escher realizzava dei modelli in legno degli elementi da inserire nelle sue opere.

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