Il titolo inglese di questo libro (Tom Siegfried, È la matematica, bellezza! [A Beautiful Math], Bollati Boringhieri – Saggi Scienze 2010 [2006], pag. 276, € 24, ISBN 978-88-339-2064-1, trad. Simonetta Frediani) è molto più comprensibile: A Beautiful Math è ovviamente un gioco di parole sul titolo del film dedicato a Nash, A Beautiful Mind, e in effetti esso parla del Nobel e della teoria dei giochi. Per chi non sopporta la matematica, una buona notizia: qui non ne troverà. Persino i concetti di base della teoria dei giochi, come la tabella di guadagno per i giochi come il dilemma del prigioniero, sono relegati in soffitta… pardon, in appendice. La cattiva notizia è esattamente la stessa. Il libro è molto americano: si intervistano persone, si afferma che con la teoria dei giochi ancora un po’ e si potrà fare di tutto se non di più – il filo conduttore del libro associa la teoria dei giochi alla asimoviana psicostoria, ma alla fine non è che si riesca ad avere un’idea chiara di quello di cui si sta parlando. Non si parla nemmeno più di tanto di John Nash, se per questo… Insomma, niente di che: secondo me si può vivere tranquillamente anche senza il libro. Anche la traduzione del resto ha qualche punto che chiaramente non è stato rivisto da nessuno: per esempio, tradurre “heredity” come “eredità” quando si parla di ereditarietà è imperdonabile, ma mai quanto tradurre “decline and fall of the Roman empire” come “ascesa e caduta dell’impero Romano”. Anche se non si è mai letta la trilogia (esalogia? decalogia?) di Asimov, qui bastava aprire il dizionario…
Ultimo aggiornamento: 2017-08-27 15:44