elitismo ambasciatoriale

Purtroppo a quanto pare la pagina delle lettere del Corriere della Sera non viene indicizzata, o almeno non sono riuscito a trovare la risposta che ieri Sergio Romano ha dato a un lettore che chiedeva come mai oggi in Italia ci fossero contemporaneamente immigrazione e disoccupazione. Invece di limitarsi a dare la risposta più semplice (che non è “ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare” ma “ci sono lavori che vengono dati in nero, ed è più facile trovare un immigrato senza permesso di soggiorno che è costretto a prendere i du’ euri che gli danno”), Romano ha iniziato a lamentarsi della riforma del ’68, dicendo che «le Università e lo Stato italiano hanno alcune responsabilità» (Notare l'”alcune”: purtroppo non conosco abbastanza retorica per dare il nome alla figura del discorso simile alla litote, ma che invece che affermare con forza un concetto negando il contrario lo fa con un testo affermativo ma riduttivo).
Più precisamente, «Quando nuovi ceti sociali cominciarono a chiedere maggiore istruzione, sarebbe stato utile introdurre l’esame di ingresso nelle università e rafforzare contemporaneamente le scuole di formazione professionale», mentre invece «le università hanno spalancato le loro porte a chiunque avesse terminato la scuola media superiore». Di nuovo: l’esame di ingresso potrebbe forse scoraggiare qualcuno – ne dubito – ma sarebbe più semplice fare una vera scrematura durante gli esami, e il risultato finale sarebbe lo stesso. Io penso sempre male, ma leggere certe cose scritte da uno che è stato ambasciatore mi fa immediatamente pensare a chi non si sarebbe dovuto preoccupare dell’esame di ingresso nelle università…

Ultimo aggiornamento: 2012-02-07 12:31

9 pensieri su “elitismo ambasciatoriale

  1. Licia

    Non sono molto ferrata in retorica, ma facendo qualche ricerca in una bozza del Dizionario di retorica di Arduini e Damiani ho trovato un paio di voci interessanti:
    attenuatio [s.f.] Il contrario dell’amplificazione. Diminuire in ampiezza e in intensità sia la materia di un discorso sia l’espressione. Sinonimo attenuazione. Cfr. conciliatio, litote, minutio
    deminutio [s.f.] Si tratta di un’attenuazione che corrisponde, in parte, alla litote.
    minutio [s.f.] Si ha quando il difensore di parte rappresenta il fatto compiuto come una svista di nessun conto. È l’amplificazione che attenua.
    conciliatio [s.f.] Consiste nel partigianamente attenuare il significato di un’ accusa pronunziata dall’avversario, in maniera tale da moderare, da diminuire la gravità dell’accusa stessa, forzando una riduzione delle differenze di significato tra parole. Esempi: Tu dici che è un rapinatore: diciamo invece che è soltanto un ladro. Non sono avaro, sono un risparmiatore.

  2. marcoxa

    Sergio Romano è illeggibile. O meglio: è inutile leggerlo in quanto totalmente prevedibile, come quasi la totalità del Corriere. Il Corriere è in primissima fila nella campagna contro l’Università “tout court” e per l’instaurazione di una società veramente elitaria ed oligarchica.
    Ntuniott

  3. Pietro

    Sarà, ma nell’industria della gomma e della plastica ( e anche in altri campi ) se si esclude la grande impresa, il 50% dei dipendenti assunti a tempo indeterminato sono immigrati, ci son VERAMENTE lavori che gli italiani non vogliono fare, faticosi, sporchi, in ambienti poco gradevoli, senza prospettive di carriera, a fare i turni per 1000 euro al mese.
    Che in certi campi ci sia un offerta di laureati sproporzionata alle reali possibilità non è una novità, la differenza maggiore tra far fare l’università solo a chi dimostri PRIMA capacità e preparazione adeguata, e scremarli durante gli anni è MOLTO semplice, l’università vive al 90% di denaro pubblico, farla fare a chi non è in grado di finirla decentemente è uno spreco, dato che ci sarebbe anche una sana falcidia di docenti e baroni la cosa non sarebbe male.

  4. .mau.

    @Pietro sei davvero convinto che un esame di ammissione possa scremare? E che esame sarebbe? i test per le facoltà a numero chiuso sono sotto gli occhi di tutti.

  5. Livio

    Pietro, il punto è proprio “faticosi, sporchi, in ambienti poco gradevoli …… per 1000 euro al mese”.
    Io credo che pochi di noi accetterebbero un lavoro di merda per una paga di merda. Le due cose devono essere compensate: prova a dare 2000/3000 euro al mese per questi lavori e poi vedi se non trovi personale!
    Mi spieghi perchè la paga per questi lavori schifosi deve essere obbligatoriamente bassa?
    Se non ci fosse questa immigrazione di disperati, le paghe sarebbero adeguate alla difficoltà di coprire i posti.
    Viceversa, qualcuno per fare l’usciere a montecitorio lo trovi sempre, anche a 800 euro, invece ora li pagano 5000 euro: perchè??

  6. Pietro

    Per quella che è la mia esperienza lavorativa mi sembra evidente che l’intera università non screma granchè, qualsiasi persona che non sia un “trota” e ha la possibilità economica raggiunge una laurea senza grossi problemi, il che per me è uno spreco, è tuttaltro discorso dire che poi sia difficile fare diversamente, cioè riservare certe possibilità a chi più può dare e convincere che non c’è niente di male a specializzarsi in attività manuali per chi è meno portato per attività puramente intellettuali.
    Insomma indipendentemente dal fatto che sia difficile o impossibile la cosa che volevo far notare io è che secondo me sarebbe augurabile.
    Sull’immigrazione la mia osservazione era che i lavori che gli italiani non vogliono più fare esistono, e che il precario che guadagna 800 euro senza ferie, senza mutua, senza tredicesima, con contributi pensionistici molto più bassi e senza un assunzione a tempo indeterminato in effetti guadagna MOLTO meno dell’immigrato che fa i detti lavori.
    Ci sono fabbriche che stanno in piedi grazie a questa manodopera a basso costo, e che reggono la conocrrenza solo grazie a questo.
    Se non ci fosse l’immigrazione di disperati semplicemente i posti di lavoro in questione a paga molto più alta non esisterebbero, i prodotti in questione costerebbero di più e quindi credere che sarebbe meglio è ingenuo.
    E gli esempi che avevo fatto erano i peggiori, esistono anche lavori “di merda” fatti quasi solo da immigrati che fanno guadagnare 2000 euro mensili, tipo il mungitore…..

  7. Mike

    Un esame di ammissione all’università non può funzionare, se non per creare dei parassiti che preparano con metodi più o meno leciti a superare il test di ammissione. Per certe facoltà scientifiche ed ingegneristiche, poi il numero di studenti tende ad essere inferiore a quelli disponibili.
    Detto questo il problema secondo me è precedente.
    Se le scuole superiori non sono selettive quello che succede è che fanno uscire persone poco preparate, che quindi non possono trovare un lavoro qualificato. Vanno all’università con scarsi risultati e dopo aver passato anni a studiare non trovano lo stesso un lavoro qualificato.

  8. marcoxa

    Un po’ di chiarezza. L’Italia ha pochi laureati. Punto. OCSE docet! E spende troppo poco per la formazione terziaria e, soprattutto, per quella indirizzata alla ricerca. Punto. OCSE docet!
    Se poi vogliamo sottilizzare, allora possiamo dire di avere troppi laureati in “Science” della Comunicazione, in Azzeccagarbugliamenti (delle diverse varietà da “Scienze” Politiche a Legge) e, soprattutto, direi, in Economia Aziendale e succedanei.
    I corsi di Agraria invece gemono assai.
    Baci
    Ntuniott
    PS Il 90% di quello che scrivono sulla Scuola, sull’Università e sulla RIcerca gli editorialisti del Corriere (a cui aggiungerei quelli di Repubblica e, molto meno del sole24ore) sono baggianate. Punto. Ntuniott docet.

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