Una delle proposte di tagli alla spesa pubblica all’esame del governo Monti è togliere ai pediatri l’assistenza dei bambini sopra i sei anni. Beh, forse il motivo non è proprio quello, visto che si legge che «lassistenza della Pediatria di libera scelta non è garantita in modo uniforme su tutto il territorio nazionale» e posso garantire di prima persona che è così: trovare un pediatra almeno a Milano non è una cosa facile. Però, visto che il documento dove è apparsa questa proposta si intitola «bozza di Riordino delle Cure Primarie» con tutte le maiuscole al posto giusto, mi sa che sotto sotto la ragione sia appunto quella.
Peccato che io non riesca a capire quale differenza di costi ci sia se una persona va a farsi visitare da un pediatra oppure da un medico ASL; senza contare che i medici di base sono abituati a pazienti ben diversi dai bambini, e quindi ci saranno dei costi di formazione che dovranno pur essere sostenuti. A questo punto, non sarebbe più semplice vedere come formare nuovi pediatri tra i medici di base?
Ultimo aggiornamento: 2012-01-31 16:57
Ma anche il contrario, i pediatri non hanno molta preparazione sull’osteoporosi negli anziani. Se diventano medici della mutua come tutti gli altri non avranno molti pazienti. Comunque qui da noi ormai il pediatra c’è, la libera scelta no. Se non ha già il fratello maggiore i pediatri validi hanno già la coda per i figli di coloro che dovrebbero assistere oggi. Ed in effetti quando proprio ce n’è bisogno andiamo coi piccoli dalla mia pediatra, quella che curava me 30 anni fa.
Non credo che si possa fare i pediatri senza specializzazione e mi pare di aver capito che i pediatri vengano pagati di più dal SSN rispetto ai medici di base. In ogni caso mi pare assurdo l’obbligo. Io il pediatra ce l’ho, perché me lo vuoi levare ai 7 anni?
Io non so giudicare sui sette anni, ma trovo altrettanto assurdo che adesso si vada dal pediatra fino ai 18. Una giusta via di mezzo no?
un medico dovrebbe dire quando la fisiologia di un bambino diventa quella di un adulto, nella mia ignoranza direi dodici, attualmente lo switch è a 14, con l’obbligo di essere seguiti da un pediatra da zero a sei (ma temo che ogni regione abbia le sue regole, vedi milano http://www.aslmi1.mi.it/scelta-pediatra-cittadini-331.html e reggio emilia http://www.ausl.rn.it/doceboCms/page/77/scelta-revoca-medico-famiglia.html)
A 18 non puoi più avere il pediatra, si cambia sui 14 anni ovvero dai 12 ai 16 a seconda anche dello sviluppo individuale e della situazione di salute (se segui un ciclo di cure non è molto buono cambiare medico di punto in bianco).
Fra l’altro sebbene sia cortesia non c’è alcun obbligo di comunicare al medico che si lascia la cosa. Se ne accorgerà forse perché non troverà più la scheda di vostro figlio che invece comparirà nel computer del nuovo medico con tutte le annotazioni fatte dal medico precedente. Il nostro pediatra dice che scrive sempre in codice alcune opinioni sulle persone per evitare figuracce improvvise.
Dunque, vediamo se così ti faccio capire…
Definiamo MP come l’insieme di tutti e soli i medici pediatri, ed MB l’insieme di tutti e soli i medici di base.
La cardinalità di entrambi gli insiemi è definita in proporzione alla cardinalità degli insiemi dei pazienti P, e di una costante arbitraria che impone che ogni elemento degli insiemi dati abbia in cura almeno X pazienti. In caso che MP(n) abbia meno di quella soglia, il suo ruolo decade automaticamente ed i pazienti a lui in carico suddivisi tra i card(MP)-1 elementi dell’insieme.
Il risparmio è la riduzione della cardinalità degli imposto implicitamente con la riduzione dell’età stessi ;-).
Corollario: dimostrare che tale vantaggio non può essere ottenuto con MB.
Adesso a sei anni puoi scegliere di far passare i tuoi figli dal pediatra al medico di base ma è, appunto un’opzione. Come c’è la possibilità, motivando – ma basta indicare un generico “disagio adolescenziale” – di prolungare il pediatra fino ai 14 anni. E’ un dato di fatto che ci siano pochi pediatri di libera scelta e che siano tutti pieni come uova. Questo decongestionerebbe la situazione. Oltre a questo, i pediatri hanno tutta una serie di prestazioni e controlli (i bilanci di salute) e progetti che vengono notulati e pagati regolarmente dal SSN. Si risparmierebbe un bel po’, però a discapito dell’assistenza.
il medio generico mi sa che per sicurezza farebbe fare *più* esami al bambino malato, non avendo il polso della situazione… quindi i risparmi non ci sarebbero
Se vuoi togliere i piccoli dai pediatri è meglio mandarli dal veterinario piuttosto che dal medico generico. E’ più abituato ad avere a che fare con pazienti che non sanno descrivere i propri sintomi.
Beh, dai, a sei anni qualcosa lo sanno descrivere… :) Sul risparmio ho dei dubbi, in effetti. Resta il fatto che i miei dopo i cinque/sei anni li ha sempre curati il nonno, medico generico e da quanto ho capito – ma posso sbagliarmi – dopo quell’età è sostanzialmente come curare un adulto, salvo i dosaggi (e salvo i controlli dell’accrescimento che però un medico non ssi vede perché non possa fare).
Aggiungo una cosa: tu conosci un medico di base che cura qualcuno? Io li conosco che danno le ricette…mi diresti in uno scenario del genere quali siano i costi di formazione, e quale formazione venga fatta in generale, e quali quindi sarebbero gli aggravi di spesa?
Mi metto il cappello andreottiano e penso male. Secondo me si stanno mettendo le mani avanti. Dato che una delle conseguenze della mala pianificazione del numero chiuso a medicina negli ultimi anni, siamo, come paese in carenza di medici, quindi di pediatri.
(No. I dati non li ho! Cercateveli)
ntuniott
In UK i pediatri non esistono, ed a partire dalla nascita sono assegnati al medico generico. Risultato? Quando torno in Italia faccio spesso fare una visita pediatrica seria (a pagamento…).
Gennaro