il diritto al 118

Ieri sera io e Jacopo abbiamo fatto una gita turistica al pronto soccorso del Niguarda. Nonostante lo stessimo già trattando da un giorno con salbutamolo, infatti, la sua asma stava peggiorando; oltre a respirare come un mantice, a cena a un certo punto non riusciva proprio più a prendere aria ed era rosso pomodoro. Naturalmente, una volta arrivati, rimaneva il mantice e una saturazione non completa ma per tutto il resto era sin troppo vispo, tanto che nel referto c’è scritto «impossibilità di effettuare terapia aerosolica per assoluta mancanza di collaborazione del soggetto».
Mentre eravamo lì a fare nulla in attesa di vedere se almeno l’iniezione di cortisone aveva fatto effetto (e con Jacopo che quando vedeva passare l’infermiera strillava NO SOLLE!: il “solle” è l’aerosol per chi non l’avesse capito), verso le 23:30 è arrivata una signora con bimbo in braccio (che mi sembrava semplicemente un po’ febbricitante) e volontari dell’ambulanza al seguito. Io non sono stato molto a sentire lo scambio tra medico e mamma: se ho capito bene, il bimbo era stato dimesso qualche ora prima, ma la mamma non era convinta e aveva chiamato l’ambulanza per ritornare al pronto soccorso. Il medico le ha detto che per quanto lo riguardava il bambino non era in stato preoccupante, e la mamma ha ribattuto alzando la voce, insultando il medico e dicendo che lei se ne sarebbe andata in qualche altro ospedale, oltre ad aggiungere “io non ho la patente, è un mio diritto chiamare il 118”.
A me è venuta in mente una cosa della scorsa primavera. Stavolta a star male era Cecilia: era però pomeriggio, quindi in orario di visita della nostra pediatra. Purtroppo però Anna era via per lavoro e aveva preso l’auto: quindi sono rientrato pedalon pedaloni a casa, ho preso e vestito Cecilia, e … sono andato a prendere un taxi. Solo stanotte ho capito di essere un povero imbecille e che avrei dovuto chiamare un’ambulanza: visto come un ospedale è una palestra di vita?
(ah, quando sono uscito quasi a mezzanotte e mezzo mamma e bimbo erano ancora nella sala d’attesa. Non so se aspettasse un cambio di turno)

Ultimo aggiornamento: 2012-01-17 12:02

4 pensieri su “il diritto al 118

  1. Galatea

    Ogni volta che vado al PS (e ormai ci vivo, in pratica) resto sempre stupita dalla quantità di persone che lo ingorgano per cretinate pazzesche, e spesso si sono fatte portare là dall’ambulanza. In genere, ho notato sono gli stessi che poi piantano grane ai medici di turno e brontolano perchè la sanità pubblica non funziona e li fa aspettare troppo.

  2. mestesso

    Con Lorenzo ho frequentato parecchio i Pronto Soccorsi, almeno fino all’anno scorso. Attesa media: 2-3 ore. Una volta in ambulanza, perché era notte fonda ed abitavamo allora poco discosto dal parcheggio ambulanze, visto che erano lì a far niente erano anche contenti del diversivo (Lorenzo fortunatamente non aveva nulla di grave, ma non si capiva proprio cosa avesse).
    @Galatea: i PS sono pieni perché i medici di famiglia, che dovrebbero fare il lavoro di scrematura e prima assistenza, fanno solo ricette e per di più su appuntamento, e solo mezza giornata. La guardia medica non esiste (e se esiste ti dice “stai male? Chiama l’ambulanza!”. In poche parole: quello che vedi è l’effetto della totale inettitudine del sistema sanitario ai livelli bassi, e non è certo cosa nuova. Fai una ricerca su “Guido Tersilli medico della mutua” e guarda le date…poi certo, una parte di resposabilità è anche degli utonti, ma il problema è nel manico.

  3. laperfidanera

    Di Pronto Soccorso per mia fortuna ho poca esperienza: mio marito e mio figlio (in due anni diversi, non in coppia!) si son fratturati un piede, in entrambe le occasioni sono stati ingessati prontamente e con professionalità.
    Invece quando mi sono scottata io, il PS a Milano (non ricordo quale Ospedale, ne ho sempre bazzicato pochi) mi ha fatto aspettare quasi due ore, perché mi avevano dimenticata in sala d’attesa (ustioni di 1º e 2º grado).
    Ma anche qui a Tenerife non va molto meglio: in una struttura ambulatoriale dove si fanno visite specialistiche ma esiste anche Urgencias ovvero PS, in epoche diverse non siamo riusciti a farci assistere né io dopo una caduta, né mia figlia con un notevole graffio di gatto randagio né mio marito con polso fratturato: da quanto abbiamo capito guardandoci intorno, Urgencias esiste come tale sono negli Ospedali, nei centri medici sia pur pubblici serve esclusivamente per chi non vuol far la fila dal medico di base per farsi rinnovare una ricetta…

  4. nicola

    Devo dire che la mamma ha ragione: se pensa che ce ne sia bisogno ha diritto al 118. Qualche anno fa telefonai per sapere quale PS fosse il più idoneo per un nulla di grave. Mi chiesero se volevo un’ambulanza. Dissi no grazie e andai in auto.
    Poi è anche vero che nei miei 3 anni di soccorritore volontario quelli che gridano e si lamentano sono quasi sempre quelli che potrebbero andare dal medico di famiglia o usare l’auto propria o del vicino con tutta calma. Poi ci sono anche i servizi taxi, con tanto di paziente deambulante pronto in strada con la valigia di ricovero. Bisogna avere tanta pazienza…

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