Sembra incredibile, ma venerdì scorso siamo riusciti ad andare al cinema addirittura per una prima, quella dell’ultimo film di Woody Allen. Dicono che sia stata l’opera del Nostro che ha avuto il maggior successo di botteghino negli USA, il che di per sé non è un ottimo viatico: devo però ammettere che a me almeno il film è piaciuto.
Woody Allen ha sempre avuto una passione per le storie raccontate nel passato, pensate a La maledizione dello scorpione di giada o Radio Days: anche stavolta la storia entra negli anni ’20, con una serie di incontri più o meno credibili e qualche battuta gustosa. Rispetto al solito, il finale è inaspettatamente positivo: si direbbe quasi che Allen sia cresciuto abbastanza per accettare il fatto che non si possa sempre sognare il passato. La fotografia è ottima come sempre, ed è vero che Parigi in questo aiuta: la scelta di fare film ambientati in Europa permette di cambiare un po’ il punto di vista, il che non fa male. Gli attori? Beh, non ho capito se Owen Wilson (Gil) ha di suo la faccia di quello che non sa bene dove sia capitato: se non è così allora ha fatto un’ottima prova. Carlà è lì giusto per far fare bella figura al marito, mi sa; personalmente mi è piaciuta molto l’interpretazione di Gertrude Stein fatta da Kathy Bates, ma magari sono io ad essere positivamente prevenuto :-)
Ultimo aggiornamento: 2019-07-24 21:42
L’ho visto in aereo quest’estate in versione originale. E l’ho trovato melenso e zuccheroso quasi fino alla nausea. Uno spottone per turisti nostalgici. Ma che hai trovato a parte un po’ di intrattenimento leggero?
È piaciuto molto anche a me.
Saluti
@Morgaine: che ci avrei dovuto trovare di più, scusa?
Questo non l’ho visto, ma nei migliori film di Woody Allen secondo me c’è ben di più di intrattenimento leggero.
Match Point e Pallottole su Broadway, tanto per fare due nomi relativamente recenti. Morgaine potrebbe avere ragione.