Se scrivi dalla Trinacria, ci sono buone possibilità che tu sia imbevuto di cultura classica. Quindi, se devi scrivere un articolo su una megamulta perché il solerte vigile urbano ha sbagliato a scrivere una data saltando una cifra di quelle dell’anno, guardi cosa era successo dalle tue parti in corrispondenza di quella data e lo scrivi per pepare un po’ il tuo pezzo.
Però forse la cultura umanistica dovrebbe essere temperata da un minimo di cultura scientifica, o quantomeno dal minimo di buon senso di cui il buon Dio dovrebbe averci tutti dotato. Scrivere “208” al posto di “2008” può capitare. Ma il 208 avanti Cristo è il -208 [*], non il 208. Come fa una persona (o un software) a indicare un numero di anno negativo? Capisco che Wikipedia non riporta nulla di accaduto nell’anno 208 d.C. (o 208 eV, se siete politicamente corretti), ma non mi pare una buona ragione per cambiare data…
[*] per i pignoli: per la precisione è il -207, visto che non esiste l’anno zero.
Ultimo aggiornamento: 2011-10-26 14:07
Mi ero posto la stessa domanda… comunque ultimamente Repubblica si sta scatenando, non c’è che l’imbarazzo della scelta (tu hai scelto il 208 ac/dc e io invece i brevetti alimentari).
Saluti,
Mauro.
Forse dovremmo proprio cominciare a pensare ai nostri tempi in termini di era volgare ;-)
Scherzi a parte, non mi sembra che eV o EV si incontrino molto in italiano, invece in inglese CE e soprattutto BCE mi sembrano sempre più diffusi. Ogni volta che li incontro penso a istituzioni europee anziché a (Before the) Common Era (e vi risparmio i miei pensieri sul politicamente corretto a tutti i costi).
Trovo interessante che attraverso il percorso della contravvenzione, si usino degli strumenti di calcolo che accettano input palesemente errati, e che emettono dei risultati fuori dalla norma, senza che venga richiesto il controllo di una persona.
Ah, “avanti Cristo” non vuol dire semplicemente “tanto tanto tempo fa, più di quanto le mie scarse abilità aritmetiche mi consentano di concepire”?
C’è una cosa che non mi torna comunque. Suppongo che le penali delle multe siano calcolate con un tasso fisso annuo che è superiore all’inflazione.
Per cui:
multa_da_pagare_oggi(n_anni)=multa_originale*(1+tasso)^n_anni.
Che si inverte così:
tasso= (multa_da_pagare_oggi(n_anni)/multa_originale^(1/n_anni)-1
Io ho fatto un conto con multa_da_pagare_oggi/multa_originale=10000 (che mi sembra ragionevole), n_anni=1803 e ottengo un tasso di poco meno dello 0.6% annuo, che è molto meno dell’inflazione.
Per capirci un tasso del 1% avrebbe moltiplicato la multa per un fattore pari a 62 milioni, cioè una multa da 35 euro ammonterebbe ora a 2 miliardi di euro.
Come forse disse Einstein: “L’interesse composto è la forza più potente dell’universo”
@il barbarico re: il tuo ragionamento parte da due presupposti:
– che la storia raccontata dal corrispondente siciliano di Repubblica sia vera :-)
– che gli interessi vengano calcolati composti e non semplici.
Più che altro mi stupisce che il programma abbia indicato il tasso di mora anche per il 208: più facile che il conto parta da un certo anno (chessò, il 1861, se non addirittura il 1945)